Page 11 - 103-118 LAGOMARSINO, COSTANTINI, PAGLIAI II bozza:orientamento I bozza
P. 11

Le attività del Corpo forestale dello Stato per la difesa del territorio


                  quali una consistente percentuale è di origine artificiale. In que-
                  sta regione la specie maggiormente impiegata era il pino nero di
                  Villetta Barrea, poiché associava alle potenzialità colonizzatrici
                  proprie di questa specie, il vantaggio di essere autoctona di que-
                  sto territorio; spesso affiancato da abete bianco, abete rosso,
                  abete greco, cipressi e cedri; o con latifoglie quali faggio, acero
                  montano, orniello e frassino.
                  Occorre evidenziare che questa conifera ad elevata valenza edi-
                  ficatrice, in un solo turno (min. 60-70 anni), ha consentito di rico-
                  stituire un soprassuolo d’adeguata densità ed in molti casi i pri-
                  mordi di un nuovo sistema pedologico anche su substrati roc-
                  ciosi. Spesso questa specie era associata al gradonamento del ter-
                  reno, permettendo la messa a dimora di piante su terreni con ele-
                  vate pendenze e, grazie alla livellazione del terreno, la riduzione
                  della velocità dell’acqua di sgrondo, diminuendo l’erosione e
                  aumentando l’infiltrazione. Queste adattabilità, peraltro, deter-
                  minarono, in breve tempo, un abuso nell’impiego del pino nero
                  nelle operazioni di rimboschimento anche ad altitudini non ido-
                  nee, scatenando accesi dibattiti nel mondo accademico.
                   Resta, comunque, indubitabile l’apporto di questo tipo di inter-
                  venti per garantire una buona copertura forestale di terreni altri-
                  menti destinati all’impoverimento e all’abbandono.


                  Il vincolo idrogeologico e gli investimenti sul territorio

                  Gli indirizzi e gli interventi di cui abbiamo accennato per sommi
                  capi verranno confermati ed ampliati nei decenni successivi.
                  Durante il ventennio fascista, con la Milizia nazionale forestale,
                  verrà dato maggiore impulso ed enfasi all’azione dello Stato in
                  materia forestale, considerando i boschi alla stregua di un patrimo-
                  nio da incrementare e migliorare, soprattutto, a fini produttivistici.
                  È del 1923 la legge 3267 che ha stabilito il riordinamento e la rifor-
                  ma in materia di boschi e territori montani ed ha imposto il vinco-
                  lo idrogeologico e le prescrizioni di massima e polizia forestale.
                  Una legge che ha avuto grande rilievo per un lunghissimo arco di
                  tempo e che costituisce tutt’ora un importante punto di riferimen-
                  to per gli aspetti normativi approvati a livello regionale, dopo il
                  processo di regionalizzazione di molte competenze del Corpo.



                  14 - SILVÆ - Anno VI n. 14
   6   7   8   9   10   11   12   13   14   15   16