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Le attività del Corpo forestale dello Stato per la difesa del territorio
anni del Regno, mentre veniva organizzata l’Amministrazione
forestale ed avviata la prima Scuola per la selvicoltura, i boschi
venivano ancora considerati dal Ministero delle Finanze un bene
utile per ottenere facilmente risorse economiche attraverso il
taglio e la commercializzazione del legname. Al principio del
“fare cassa subito” si sarebbero volentieri sacrificate molte fore-
ste italiane, se alcuni illuminati uomini, e fra questi Luigi Luz-
zatti ed alcuni Direttori generali del Corpo, non avessero con-
trapposto una “visione sociale” del bosco, inteso come bene da
tutelare, proteggere ed arricchire nell’interesse della colletti-
vità. Per troppo tempo, infatti, i boschi italiani avevano subìto
uno sfruttamento incontrollato che ne aveva impoverito l’esten-
sione e la consistenza. Non va dimenticato che per secoli il legno
ha rappresentato una delle principali materie prime per il setto-
re delle costruzioni, per la realizzazione delle flotte mercantili e
militari e una fonte di energia di notevole importanza. Accanto
alle necessità delle case regnanti dei singoli stati pre-unitari,
prime fra tutte quelle belliche o difensive (i boschi erano spesso
visitati dal Genio e dalle Intendenze militari per i prelievi legno-
si e alcune foreste erano riservate alla Marina per i tagli degli
alberi destinati alla costruzione dei velieri), vi erano, poi, le
necessità delle popolazioni locali, costrette a trarre dal bosco pic-
cole fonti di sostentamento o a contendere al bosco spazi per la
pastorizia e l’agricoltura.
Dunque, è a partire dal 1861 che, nel nostro Paese, si avvia un
lungo percorso che ha visto il Corpo forestale dello Stato inter-
prete e precursore di molte scelte, motori di cambiamenti sociali
che hanno interessato il nostro Paese. Già pochi anni dopo, nel
1869, si apriva la prima scuola di Selvicoltura italiana a Vallom-
brosa, diretta da Adolfo Di Bérenger, amministratore di alcune
foreste del Lombardo Veneto, che aveva deciso di mettere a
disposizione del Regno d’Italia le proprie conoscenze e la pro-
pria esperienza nonchè di avviare un percorso educativo di fon-
damentale importanza per stabilire un linguaggio unico ed un
bagaglio culturale comune per i Forestali, traendo ispirazione
dalle scuole francesi e tedesche, ma cercando anche una via ita-
liana ai problemi di un territorio caratterizzato da clima, morfo-
logia e specificità ecologiche ed ambientali molto differenziate.
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