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Prefazione

            PREFAZIONE

            di Mario Catania*


                  ’Italia è stata, per secoli, un Paese quasi ad esclusiva voca-
                  zione agricola, spesso con grandi diseguaglianze, cattiva
            Ldistribuzione delle terre e livelli di arretratezza (anche cul-
            turale) lucidamente fotografati da inchieste di grande rilevanza,
            quale quella condotta da Stefano Jacini negli anni critici post
            risorgimentali.
            Invero, sulla questione agraria, sulla distribuzione delle terre,
            sulla necessità di liberalizzare i commerci ed introdurre nuovi
            sistemi produttivi si sono cimentati statisti di altissimo livello, a
            partire da quel Cavour che, prima ancora di essere nominato
            Ministro dell’agricoltura, è stato un inflessibile amministratore
            delle proprie terre e sperimentatore di innovazioni agricole quali
            l’impiego dei fertilizzanti chimici e la rotazione delle colture.
            Il mondo agricolo è profondamente cambiato in questi anni a
            seguito di fenomeni quali l’abbandono delle zone rurali, il mas-
            siccio impiego della meccanizzazione, le nuove politiche stabili-
            te a livello comunitario ed è cambiato anche il rapporto tra l’uo-
            mo e le pratiche agricole intese in senso tradizionale.
            Come ho recentemente ricordato in un’audizione presso le Com-
            missioni agricoltura del Parlamento, il nuovo quadro in cui
            siamo chiamati a muoverci oggi deve considerare l’agricoltura
            ancora come grande protagonista, ma in una nuova veste. In Ita-
            lia, infatti, un’impresa su cinque appartiene ai settori dell’agri-
            coltura e della pesca, che nel complesso danno lavoro ad oltre 1,1
            milioni di addetti. L’industria agroalimentare è il secondo com-
            parto industriale nazionale per valore aggiunto prodotto.
            Il sistema agroalimentare, dall’agricoltura all’industria, dal
            commercio ai servizi, attiva oltre il 10% dell’intera ricchezza
            nazionale. Se da un lato la struttura produttiva è tra le più
            frammentate e polverizzate, per dimensione economica com-
            plessiva siamo ai vertici in Europa. Il valore aggiunto medio
            per ettaro coltivato è di gran lunga il più elevato, e circa il dop-
            pio della media UE. L’Italia esprime, quindi, un modello


            *  Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali
                                                              SILVÆ - Anno VI n. 14 - 5
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