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La tutela del territorio attraverso le denominazioni di origine


                  realtà agricole locali, quelle produzioni medio-piccole, di nic-
                  chia, che talvolta ancora non trovano degna collocazione né
                  negli scaffali della grande distribuzione, né nel sapere collettivo
                  e nella coscienza alimentare della massa.
                  La storia delle denominazioni italiane è una storia fatta di ricer-
                  ca della tipicità, valorizzazione della cultura gastronomica e di
                  un profondo rispetto dell’ambiente circostante. Tracce di tutto
                  questo le troviamo in molte produzioni del territorio ed attra-
                  verso i numeri che queste esprimono, abbiamo una prima chia-
                  ve di lettura a favore dell’ambiente.
                  Alcuni dati. Ad ottobre 2010 saranno 214 i prodotti agroalimen-
                  tari italiani registrati Dop e Igp dalla Comunità europea, il
                  numero più alto fra i Paesi Ue. Nel 2009 gli operatori nel settore
                  dell’agroalimentare dei prodotti certificati Dop e Igp sono
                  82.120, ma la notizia più confortante è l’incremento di 1.686
                  addetti, con un positivo più 2,1% rispetto al 2008. Aumenta
                  quindi sia il numero di produttori che in particolare il numero di
                  aziende agricole, che aumentano di 1.464 unità rispetto ai tra-
                  sformatori, che aumentano di 253. Ciò sta a significare un ritor-
                  no alla terra e ai suoi prodotti da parte degli italiani che adesso
                  sono diventati gli artefici della rinascita della nostra agricoltura
                  di qualità. Le aziende italiane interessate alle produzioni certifi-
                  cate coprono una superficie di 138.900 ettari – per dare una
                  dimensione geografica concreta a questo numero, basta pensare
                  che corrisponde ad un’area grande quanto l’intera regione Cam-
                  pania. Solo negli ultimi 5 anni c’è stato un incremento del 22,5%
                  che corrisponde a 25.490 ettari.
                  Per valutare l’ubicazione delle zone adibite alla coltivazione,
                  questi sono i dati: il 27,9% dei produttori si trovano nelle aree
                  montane, il 46% in collina e il 26,7% in pianura.
                  In Italia molte produzioni hanno un fortissimo legame inscindi-
                  bile  non solo dal territorio specifico di produzione, ma anche
                  dal paesaggio circostante. Basti pensare alle colline toscane, le
                  immagini tradizionali le ritraggono caratterizzate da filari di
                  cipressi e olivi secolari. L’olivicoltura è una tradizione tosca-
                  na che agli inizi degli anni ‘80 stava per essere abbandonata e
                  sostituita, perché poco redditizia. Oggi però si contano circa
                  54.153 ettari adibiti ad oliveti Dop e Igp, a fronte del totale ita-



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