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La tutela del territorio attraverso le denominazioni di origine
LA TUTELA DEL TERRITORIO
ATTRAVERSO LE DENOMINAZIONI
DI ORIGINE
di Mauro Rosati*
L’uomo inevitabilmente, modifica il territorio in cui abita. Il nostro Paese è
un territorio eterogeneo, in cui coesistono realtà inserite in contesti diversi
come pianure, colline, vette, valli montane e coste. Molte delle nostre produ-
zioni hanno un forte legame non solo con il territorio specifico di produzione,
ma con il paesaggio circostante. In quest’ottica hanno grandi rilievo le produ-
zioni italiane a marchio europeo Doc e Igp, destinate a quei prodotti che van-
tano uno stretto legame con l’ambiente e il territorio d’origine. Le denomina-
zioni di origine controllata sono basate sulla ricerca della tipicità, valorizza-
zione della cultura gastronomica e di un profondo rispetto dell’ambiente, ma
anche sul potenziamento di quei prodotti di nicchia, derivanti da piccole e
medie produzioni, che ora rappresentano la ricchezza del nostro Paese.
Men, inevitably, change the territory in which they dwell. Our country is an hete-
rogeneous territory, in which realities inserted in different contexts coexist, such as
plains, hills, mountains, mountain valleys and coasts. A large party of our production
has a strong link not only with the specific territory of production, but with the sur-
rounding landscape. In this light great importance have large Italian productions under
European mark Cdo and Pgi, designed to those products which have a close link with
the environment and the territory of origin. Controlled origin denominations are based
on typicality-searching, gastronomic culture exploitation and a deep respect for the
environment, but also on the strengthening of those niche products, resulting from
small and medium production, which now represents the richness of our country.
rendendo la strada che da Pescia, porta a Sorana, in Tosca-
na si ha subito l’impressione di trovarsi in un altro
Pmondo. Le strade anguste dell’Appennino tosco-emiliano
sono molto particolari. Il segno della civiltà contadina del dopo-
guerra si miscela con quello dell’espansione industriale del
boom economico degli anni ‘60. Due mondi che non ci sono più.
Per strada restano solo “carcasse” a far compagnia ai forestieri
che arrivano da quelle parti e a quei pochi abitanti che hanno
avuto il coraggio di rimanere. Ma poi arrivando in prossimità
del borgo di Sorana appare il miracolo. Quando sembra tutto
* Segretario Generale Fondazione Qualivita
SILVÆ - Anno VI n. 13 - 69