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Il ruolo dei prodotti Dop e Igp nel sistema agroalimentare italiano


                  ra “certificata” seguendo il disciplinare di produzione e, dall’al-
                  tro, non permette di innescare un processo virtuoso di crescita
                  dei sistemi agroalimentari locali collegati a tali prodotti.
                  Eppure, a fronte di tale criticità, non passa mese dove sugli organi
                  di stampa non si legga di una nuova Dop o Igp registrata a Bruxel-
                  les. A questo punto è quindi opportuno chiedersi se a cotanto entu-
                  siasmo da parte dei produttori corrisponde un’effettiva utilità
                  dello strumento Dop e Igp che poi deve tradursi in un vantaggio
                  concreto – in termini sia competitivi che di redditività – e non solo
                  atteso. Altrimenti si rischia di allungare un semplice elenco – desti-
                  nato poi a rimanere tale - producendo l’effetto negativo di ingessa-
                  re diverse “piccole” produzioni per le quali i maggiori costi di cer-
                  tificazione e il rispetto dei disciplinari finiscono con il mortificare
                  le stesse aziende agroalimentari, costringendole poi – dopo un ini-
                  ziale entusiasmo – ad uscire dalla filiera certificata.
                  A tale proposito, infatti, è bene ricordare come i costi di certifi-
                  cazione, nel caso di piccole quantità, arrivino a pesare anche in
                  maniera rilevante. A titolo di esempio si pensi che nel caso del-
                  l’Olio Canino Dop si arriva anche ad incidenze del 7% sul prez-
                  zo di vendita – a causa di ridotti quantitativi prodotti ed imbot-
                  tigliati per operatore – mentre, all’opposto, per la Mela della Val
                  di Non (150.000 tonnellate per un unico consorzio di commer-
                  cializzazione) l’onere è praticamente infinitesimale (0,03%).
                  Questi numeri evidenziano come il sistema Dop e Igp mal si adat-
                  ta a quelle produzioni fortemente polverizzate e scarsamente
                  organizzate, in particolare dal punto di vista produttivo e com-
                  merciale. Il problema è che, ad oggi, non esiste – al di fuori appun-
                  to della Dop o dell’Igp – un altro marchio in grado di valorizzare
                  le produzioni “del territorio”, pena il rischio di incappare in una
                  procedura di infrazione comunitaria. Nel contempo è anche risa-
                  puto come lo stesso strumento presenti un’utilità limitata – dal
                  punto di vista della tutela da imitazioni – per le “big Dop”, che
                  invece orientano sempre di più le proprie vendite nei Paesi al di
                  fuori dell’Unione Europea (Stati Uniti in primis).
                  Il problema della mancanza di tutela della denominazione al di
                  fuori dei confini comunitari e la concorrenza di prodotti succe-
                  danei o emulativi rappresenta indubbiamente uno dei principa-
                  li ostacoli per la crescita dei prodotti Dop e Igp ad elevato volu-



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