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Il ruolo dei prodotti Dop e Igp nel sistema agroalimentare italiano
La localizzazione regionale e gli impatti economici locali
Dei 10 miliardi di valore al consumo attribuibile al paniere tutela-
to, oltre il 60% si riferisce ad appena quattro prodotti: Parmigiano
Reggiano, Prosciutto di Parma e di San Daniele, Grana Padano; si
tratta cioè di produzioni che, a parte l’ultima citata, trovano il pro-
prio bacino di riferimento a livello di singola provincia. In altre
parole, l’attivazione socioeconomica generata dai diversi prodotti
Dop e Igp si concentra e produce impatti rilevanti sui sistemi loca-
li, fungendo – in molti casi – da settore economico “trainante”.
A parte una decina di denominazioni tutelate il cui areale si
estende su territori di diverse regioni, l’intera filiera di produ-
zione – o comunque la fase di maggior valore economico, come
nel caso dei prosciutti - della stragrande maggioranza dei pro-
dotti Dop si concentra in porzioni di territorio circoscritte (pro-
vinciali o sub-regionali). A livello nazionale, i sistemi locali che
beneficiano maggiormente degli impatti economici legati ai pro-
dotti Dop e Igp sono quelli dell’Emilia Romagna e del Veneto.
Delle 206 denominazioni tutelate che compongono oggi il panie-
re Dop e Igp italiano, ben 32 possono essere prodotte in ciascu-
na delle due regioni. Gli altri contesti territoriali con le maggiori
opportunità di produzione “certificata” sono la Lombardia e la
Toscana, entrambe con 22 denominazioni attivabili. Fanalino di
coda di questa classifica la Liguria, con 3 prodotti riconosciuti.
Il primato dell’Emilia Romagna non è solo “sulla carta”: se dal
semplice elenco delle denominazioni si passa a considerare il valo-
re al consumo riconducibile alle quantità certificate, si scopre che a
tale regione è riconducibile più del 42% dell’intero valore stimato
a livello nazionale. La Lombardia incide per un altro 26% mentre,
subito dopo, viene il Friuli Venezia-Giulia con una quota pari a
poco meno dell’11%, una regione cioè che non rientra tra le prime
dieci in termini di denominazioni riconosciute ma che grazie ad un
prodotto rinomato e con alti volumi di produzione (il Prosciutto di
San Daniele) riesce a concentrare i risvolti economici collegati (in
particolare delle fasi di trasformazione e stagionatura) addirittura
nell’ambito di un singolo comune.
Ma non è solamente la dimensione produttiva che qualifica le Dop
e le Igp dal punto di vista degli impatti economici a livello territo-
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