Page 56 - 5-8 GALAN I bozza:orientamento I bozza
P. 56

Il ruolo dei prodotti Dop e Igp nel sistema agroalimentare italiano


            Non da ultimo va considerato il punto di vista sociale e culturale
            che differenzia la forte vocazione gastronomica di alcuni paesi
            rispetto ad altri dove tale tradizione è sicuramente meno radicata.
            Alla luce di tali considerazioni si evidenzia un netto vantaggio a
            favore dei paesi dell’area mediterranea, dove, grazie anche a fat-
            tori climatici favorevoli, il ruolo del settore agricolo nell’economia
            e nella cultura nazionale risulta significativamente più rilevante.
            Non è un caso quindi che la maggior parte delle registrazioni
            facciano riferimento ai paesi che si affacciano sul mediterraneo:
            Italia, Francia, Spagna e Grecia, con 600 prodotti registrati,
            coprono i due terzi del totale delle registrazioni. Se ad essi si
            aggiunge il Portogallo, con caratteristiche simili per vocazione
            agricola e alimentare, si raggiungono le 716 denominazioni, pari
            a circa il 79% del paniere comunitario.
            Un valido contributo per tentare di riequilibrare questo “sbilan-
            ciamento” tra le diverse aree comunitarie potrebbe venire dai
            nuovi Paesi membri. Già oggi la Repubblica Ceca ha ottenuto 24
            riconoscimenti Dop e Igp (di cui 9 birre), ma all’esame della
            Commissione Europea risultano altri 56 dossier di cui 31 prove-
            nienti dalla stessa Repubblica Ceca, 11 dalla Slovenia, 10 dal-
            l’Ungheria, 2 dall’Estonia e 2 dalla Slovacchia.


            Il ruolo economico dei prodotti Dop e Igp in Italia


            La composizione tipologica del paniere italiano tutelato rispecchia
            in larga sostanza quella comunitaria. Nel nostro Paese, la maggior
            parte delle Dop e delle Igp si concentra nei prodotti vegetali che
            rappresentano il 36% delle denominazioni registrate, negli oli
            extravergini di oliva (19%), nei formaggi (19%) e nelle carni prepa-
            rate (16%). La restante parte dei riconoscimenti riguarda invece
            carni fresche, prodotti da forno, condimenti, miele e oli essenziali.
            A dispetto dell’ampiezza dell’elenco, il valore economico colle-
            gato ai prodotti Dop e Igp italiani non sembra esprimere un’a-
            naloga rilevanza. Ciò è dovuto a diversi motivi. Da un lato
            occorre segnalare l’eterogeneità delle denominazioni in termini
            di volumi produttivi; dall’altro l’errata convinzione riguardo
            l’efficacia del marchio comunitario nello “spuntare” automatica-
            mente (e cioè per il solo fatto di essere presente) prezzi di mer-


                                                             SILVÆ - Anno VI n. 13 - 59
   51   52   53   54   55   56   57   58   59   60   61