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Il ruolo dei prodotti Dop e Igp nel sistema agroalimentare italiano
IL RUOLO DEI PRODOTTI DOP E IGP
NEL SISTEMA AGROALIMENTARE
ITALIANO
di Denis Pantini*, Romina Filippini*
I Paesi dell’area mediterranea, grazie anche a fattori climatici favorevoli, rico-
prono un ruolo significativo nel settore agricolo, nell’economia e nella cultura
nazionale. Non è un caso, quindi, che la maggior parte delle registrazioni di pro-
dotti Dop e Igp facciano riferimento all’Italia, alla Francia, alla Spagna e alla Gre-
cia. L’Italia in particolare, con le sue 206 denominazioni riconosciute, vanta un
paniere alimentare “tutelato” che copre il 22% del totale dei riconoscimenti otte-
nuti nell’Unione Europea. Prodotti vegetali e formaggi rappresentano le catego-
rie merceologiche con il maggior numero di denominazioni tutelate. A dispetto
dell’ampiezza dell’elenco dei prodotti ai quali è stato riconosciuto il marchio
comunitario esistono però delle reali criticità collegate al loro valore economico.
Thanks to favourable climatic factors, Countries of the Mediterranean area play a signi-
ficant role in agriculture as well as in national economy and culture. It is no coincidence,
then, that the most recordings of PDO and PGI products refer to Italy, France, Spain and
Greece. Italy in particular, with its 206 recognized denominations, has a "protected" food
basket that covers 22% of the total identifications in the European Union. Vegetable pro-
ducts and cheeses are the categories with the largest number of protected names. Vegetable
products and cheeses are the categories with the largest number of protected names. Despi-
te the amplitude of the list of products that have been recognized as a Community trade
mark, however, there are several real critical issues related to their economic value.
Il panorama comunitario delle denominazioni di origine
n uno scenario europeo dominato da rallentamenti nella cre-
scita economica, cali nella capacità di spesa dei consumatori
Ie diminuzioni nella competitività dei prodotti, qualcosa sem-
bra muoversi in netta controtendenza. Con buona pace dei “sot-
todimensionati” uffici comunitari preposti, non sembra infatti
arrestarsi la corsa al riconoscimento di qualità certificata da
parte dei produttori agroalimentari dell’Unione Europea. Una
corsa iniziata nel 1996 che ha portato, a luglio 2010, ad un elen-
co di 909 prodotti iscritti nell’Albo comunitario delle denomina-
zioni d’origine ed indicazioni geografiche protette.
* Area Agricoltura e Industria alimentare di Nomisma
SILVÆ - Anno VI n. 13 - 57