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Il ruolo dei prodotti Dop e Igp nel sistema agroalimentare italiano


                  cato più elevati. Molti operatori del settore sono infatti convinti
                  che la registrazione comunitaria di un prodotto rappresenti il
                  punto di arrivo di un’efficace politica di marketing quando è
                  chiaro che invece questa non costituisce che un punto di parten-
                  za o meglio, una condizione necessaria ma non sufficiente, a
                  garantire un quadro di maggior sicurezza - almeno dal punto di
                  vista della tutela giuridica e per di più solamente all’interno del
                  mercato comunitario - per lo sviluppo di un prodotto. E, pun-
                  tualmente, queste considerazioni trovano rispondenza nei quan-
                  titativi oggi certificati.
                  Per il 2008 è infatti possibile stimare un valore al consumo del-
                  l’intero paniere nazionale pari a quasi 10 miliardi di Euro che, se
                  raffrontato al totale dei consumi alimentari domestici, esprime
                  un “peso” di appena il 7% (la stessa incidenza si registrava nel
                  2003, quando il paniere italiano contava 148 prodotti a marchio
                  Dop e Igp). Dal punto di vista del valore alla produzione, il
                  paniere tutelato esprime un fatturato di circa 5,4 miliardi di euro.
                  In termini di produttori coinvolti, il sistema dei prodotti ad indi-
                  cazione geografica assomma quasi 76.000 aziende agricole e più
                  di 5.800 imprese di trasformazione.
                  Per quanto riguarda poi la sopracitata eterogeneità dei volumi
                  produttivi, si pensi che nel settore “certificato”, formaggi e salu-
                  mi la fanno da padrone: a queste due categorie è riconducibile
                  oltre l’85% dei valori stimati. Tuttavia, le dinamiche produttive
                  evidenziano un consolidamento dei volumi certificati in questi
                  comparti – in particolare in quello caseario - a fronte di sensibili
                  crescite per gli altri prodotti quali ortofrutta e cereali. D’altron-
                  de, non può essere altrimenti. La delimitazione degli areali pro-
                  duttivi nei disciplinari rappresenta, oltre ad una garanzia di pro-
                  venienza, anche un vincolo alla crescita produttiva, per cui l’au-
                  mento delle quantità nei comparti in cui la certificazione comu-
                  nitaria è ormai a regime viene delegata all’ingresso di nuove
                  denominazioni. In prima battuta verrebbe quindi da considera-
                  re il settore dei prodotti Dop e Igp come una nicchia nell’ambito
                  dell’intero sistema agroalimentare italiano. Tuttavia, il “peso” di
                  queste produzioni differenziate si rivaluta se dall’ambito pro-
                  duttivo nazionale si passa a quello locale e se si considera il
                  ruolo in relazione ai singoli mercati di consumo.



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