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Il ruolo dei prodotti Dop e Igp nel sistema agroalimentare italiano
cati nel 2008. Complessivamente, è possibile stimare il valore del-
l’export di formaggi Dop attorno ai 700 milioni di Euro, pari a poco
meno del 50% delle esportazioni di tutti i formaggi italiani. Tale
significativa incidenza deriva dal notevole incremento registrato nel-
l’export dei due principali prodotti a marchio comunitario: Grana
Padano e Parmigiano Reggiano. Nel giro di dieci anni, il valore del-
l’export congiunto dei due formaggi tutelati è più che quadruplica-
to, passando da circa 125 milioni ai quasi 508 milioni di euro nel 2009.
Se dai volumi passiamo a considerare l’incidenza delle quantità
esportate sul totale certificato, allora sono gli oli extravergini di
oliva e gli aceti balsamici a presentare il maggior grado di voca-
zione all’export. Tra gli oli primeggia il Toscano, con il 70% dei
quantitativi prodotti venduti oltre frontiera, seguito dal Chianti
classico. Tutti casi di oli prodotti in territori ad alta vocazionalità
turistica, da cui deriva indubbiamente questo “traino” del pro-
dotto sui mercati esteri. Anche l’Aceto Balsamico di Modena, di
recente riconoscimento Igp ottenuto dopo anni di traversie lega-
li, presenta una propensione all’export vicina al 75%.
Per quanto riguarda invece il mercato interno, analogamente
alla tendenza evolutiva in atto nel sistema del commercio ali-
mentare, anche per le specifiche produzioni a marchio Dop e Igp
emerge il ruolo di prim’ordine esercitato dalla Distribuzione
Moderna nella veicolazione di tali prodotti al consumatore fina-
le. Nel corso del 2008, la distribuzione a libero servizio è arriva-
ta a commercializzare il 60% del prodotto a marchio complessi-
vamente realizzato a livello nazionale. Un altro 30% è invece
transitato attraverso i negozi del dettaglio tradizionale, mentre
la ristorazione ha acquistato l’8% dei volumi certificati.
Le criticità del settore
Ma non è tutto oro quello che luccica. Al di là della fama di cui
godono alcuni dei principali prodotti Dop e Igp quali i “soliti
noti” Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Prosciutto di Parma
o di San Daniele, la maggior parte delle denominazioni di origi-
ne italiane soffre ancora di scarsa notorietà presso i consumato-
ri. Un problema che, da un lato, non invoglia i produttori della
zona titolati ad utilizzare la denominazione ad aderire alla filie-
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