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Il ruolo dei prodotti Dop e Igp nel sistema agroalimentare italiano
Un’ampia lista destinata ad allungarsi ulteriormente e in tempi rela-
tivamente brevi. Altre 12 denominazioni sono infatti già state pub-
blicate nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea: una volta sca-
duto il termine dei sei mesi senza che nessun soggetto titolato a farlo
abbia sollevato obiezioni legittime, verranno iscritte “d’ufficio” nel-
l’agognato Registro Comunitario. Risalendo a ritroso le fasi dell’iter
formale di riconoscimento, ci si imbatte poi in ulteriori 206 doman-
de in corso di esamina da parte della Commissione e nelle innume-
revoli richieste presentate presso le competenti autorità nazionali
(per l’Italia il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali).
Tra i Paesi più attivi in questo percorso, in relazione alla vocazio-
nalità e ad una tradizione gastronomica millenaria, figura proprio
l’Italia che con 206 denominazioni riconosciute – ed altre 5 già
pubblicate in Gazzetta Ufficiale - primeggia a livello europeo.
Complessivamente, tale paniere alimentare “tutelato” corrispon-
de ad oltre il 22% del totale dei riconoscimenti ottenuti nella UE.
Seguono, a ruota, la Francia con 171 prodotti mentre più distac-
cati figurano la Spagna con 139 denominazioni, il Portogallo
(116), la Grecia (87) e la Germania (71).
I prodotti vegetali e i formaggi rappresentano le categorie mer-
ceologiche con il maggior numero di denominazioni tutelate,
rispettivamente pari al 25% e al 20% del totale Dop e Igp regi-
strato a Bruxelles. Seguono le carni fresche, gli oli e grassi e le
carni preparate. Un rimanente 20% delle registrazioni concerne
prodotti da forno, pesci e molluschi, bevande ed altri prodotti
(miele, condimenti, oli essenziali, fieno, ecc.).
Notevoli differenze si riscontrano tuttavia fra i diversi Stati mem-
bri, legate soprattutto all’importanza che il settore agroalimentare
riveste nell’area di riferimento, sia dal punto di vista economico, in
termini di superficie dedita all’agricoltura e di valore che da essa
viene generato, sia dal punto di vista politico, in termini di incen-
tivi pubblici al settore agricolo in generale e alle produzioni di qua-
lità più in particolare. Si stima ad esempio che ogni milione di euro
in più generato dal settore agricolo in un Paese rispetto ad un altro,
implichi un differenziale di quasi 3 riconoscimenti Dop o Igp in
più; allo stesso modo un Paese che prevede un sistema di incenti-
vi pubblici per le produzioni a marchio di qualità comporta in
media un differenziale di 12 riconoscimenti.
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