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La tutela del territorio attraverso le denominazioni di origine


            ne è come e quanto. Il nostro stivale è, per conformazione, un
            territorio eterogeneo, in cui coesistono moltissime realtà diverse,
            piccole o grandi, proiettate su altrettanti sfondi: sconfinate pia-
            nure, vette e valli montane, dolci pendii e lunghe coste mediter-
            ranee. E qui la storia è fatta di agricoltura, allevamento, indu-
            strializzazione, urbanizzazione e ancora ritorno alla campagna,
            in un flusso di eventi che restano scritti e formano quella che
            oggi è la nostra percezione del paesaggio “che ci circonda”.
            Continuando la lettura del Codice, si trova che “la tutela e la valo-
            rizzazione del paesaggio hanno lo scopo di salvaguardare i valo-
            ri che esso esprime quali manifestazioni identitarie percepibili”.
            Identità come valore, quindi. Oltre a essere gradevole e armo-
            nioso, un buon paesaggio è anche esemplare, unico e rappresen-
            tativo del luogo che delinea. A riprova dell’importanza che l’i-
            dentità ricopre nella valutazione di un paesaggio, basta scorrere
            la lista dei siti individuati dall’UNESCO come patrimonio mon-
            diale dell’umanità: 45 sono ad oggi quelli italiani e tra questi,
            almeno 5 sono riconducibili a paesaggi, naturali e seminaturali.
            La Val d’Orcia, sito riconosciuto nel 2004, è quello che forse
            meglio incarna il concetto astratto di identità paesaggistica: è
            considerato, infatti, un eccezionale esempio di come il paesaggio
            naturale sia stato ridisegnato nel tempo, creando un’immagine
            esteticamente gradevole. Nella Valle dell’Orcia, l’uomo da sem-
            pre utilizza le risorse dell’ambiente senza distruggerle, creando
            scorci di rara bellezza, in cui pascoli, coltivazioni, vigneti e uli-
            veti si alternano e si susseguono in totale armonia.
            È inevitabile in questo contesto affrontare l’argomento agricoltu-
            ra. Le pratiche agricole possono convivere con un paesaggio
            armonico, solo se si tratta di un’agricoltura sostenibile e di qua-
            lità. In questa ottica si inseriscono le produzioni a marchio euro-
            peo Dop e Igp, una certificazione di qualità destinata esclusiva-
            mente a quei prodotti che vantano uno stretto legame con l’am-
            biente e il territorio d’origine. L’Italia è il paese leader in Europa
            per numero di riconoscimenti conseguiti: 214, ad oggi, con un
            andamento che cresce progressivamente negli ultimi anni a testi-
            monianza della sempre maggiore attenzione e sensibilizzazione
            verso il pianeta-cibo. Questo inarrestabile trend positivo, che dal
            generale si muove verso il particolare, va a tutto vantaggio delle


                                                             SILVÆ - Anno VI n. 13 - 71
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