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Ierobotanica rituale e fitonimie sacre greco-italiche
venza, veri squarci primordiali e “relitti” vegetali, di quelle siluae
remote che erano già ritenute essere molto antiche appunto, al
tempo di Roma arcaica. I boschi sacri della tradizione storica
sono quindi, in vari casi, celebrati nella letteratura proprio come
un ricordo “poetico” ed una memoria ancestrale di queste siluae
primitive: la grande selva del Palatino riferita alla venuta di
Ercole nel Lazio (Verg., Aen. VIII, 271), la gran selva di lauri del-
l’Aventino (Varro L.L., V, 151), possono alludere ad altri due pri-
mevi esempi di età quantomeno protostorica. Perfino poi gli
stessi confini immensi e sconosciuti della temutissima selva Erci-
nia, fino al I sec. a.C., rimasero anch’essi ignoti ai Germani cui
Cesare chiese notizie: lo stesso Imperatore Giuliano, nel IV sec.
d.C., dopo averla visitata ne rimase profondamente colpito per
la solitudine, la cupezza ed il silenzio, fino al punto da convin-
cerlo che nulla di simile esisteva nell’antico Impero romano. Il
nome di quest’ultima foresta deriverebbe appunto da un antico
vocabolo PERQUNIA- (i.e. PERQUUS = la Quercia), presente,
come noto, anche nel nome del Dio baltico della folgore, Perku-
nas, e conservatosi fino a quando, nel V sec. a.C. i celto-germani
lo modificarono in seguito alla perdita della labiale P, così rima-
nendo in età storica nel celtico [P]Ercynia. Lo stesso etimo si
ritrova nel tedesco medievale Virgunna, a sua volta desumibile
dall’antico germanico Fergunia (11). Infine, la perdita quasi tota-
le del significato dell’antico etimo sacrale Silva, si avverte nella
spiegazione etimologica che ne fornirà appunto il vescovo di
Siviglia, Isidoro: “vero spissum nemus et breve. Silva dicta quasi
xylva, quod ibi ligna caedantur; nam Graeci ξυλον lignum
dicunt” (Etym., VI, 5). L’arcaicissima e sacratissima Silva è appun-
to ridotta ad un semplice bosco ceduo, ove si taglia la legna,
come indicherebbe la parola greca.
Lucus et Nemus: origini, formazione e sviluppo del Bosco sacro
greco-latino
Te nemus Angitiae, vitrea te Fucinus unda,
Te liquidi flevere lacus (Aen., VII, 759)
La devozione per il bosco sacro – il louko italico - è pienamente
documentata soprattutto in ambito romano-italico dove, come si
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