Page 263 - 5-8 GALAN I bozza:orientamento I bozza
P. 263
Ierobotanica rituale e fitonimie sacre greco-italiche
alberi, erano credute essere divinità silvestri misteriose il cui
culto, protrattosi in quello seriore delle fate, è attestato dalla
Dacia fino in Bretagna. Il tema della foresta primordiale quindi,
con il suo carattere “terrifico”, le cui entità “numinose” sono
fuori da ogni tipo di controllo “umano”, è un luogo prescelto
delle predizioni oracolari, delle apparizioni e delle voci, delle
ierofanie strictu sensu, “on se trouve en présence d’une indi-
stinction totale, d’un sentiment diffus de présence divine que
l’on peut traduire aussi bien par une pluralité que par la réfé-
rence à une entité unique”, la cui “puissance divine garde un
caractère trop incertain, trop insaissisaible pour que ce lieu
puisse rentrer dans le champ des procédures normales de con-
sultation des dieux” (9).
Dalla foresta plio-pleistocenica alla flora protostorica
Queste dense foreste “primordiali” che ricoprivano rilievi, pia-
nure ed aree lagunari sin dalla fine del Pliocene (2.000.000 d’an-
ni) - in base alla documentazione paleobotanica – è bene consi-
derare che erano per lo più costituite sia da conifere che da cadu-
cifoglie, in gran parte scomparse dalla flora spontanea europea,
e si mantennero fino a 1,2-1.000.000 d’anni. Difatti, dopo i primi
600.000 anni, cominciarono a scomparire le specie più sensibili
all’umidità, indizi di quel deterioramento climatico tipico degli
inzi della successiva età geo-climatica detta Pleistocene. Nel
Pliocene quindi, l’Europa centro-orientale era coperta da foreste
miste, piante esotiche e fitti boschi. In Italia erano per lo più dif-
fuse foreste e boschi di Sciadopithys (conifera sempreverde),
Pinus, Abies, Tsuga (pinacea, oggi in Canada) e Cedrus (oggi in
Algeria e Marocco), insieme a Quercus, Carpinus (betulacea) e
Carya (oggi in America sett.). È stata così individuata anche la
presenza di Pterocarya (Juglandacea), Zelkova, Fraxinus, Tilia
(Tiliacee), Ulmus, Corylus (Betulacea-Corilea), Castanea, Acea e
Liquidamber (Amamelidacee) con una distribuzione in età paleo-
litica di querce, tigli e carpini per ambienti termofili, di ontani,
salici, pioppi, betulle e platani per ambienti umidi, e di altre
conifere per climi più rigidi. Agl’inzi del Pleistocene inferiore
(1.800.000 anni) pertanto, scompare la conifera Sequoia Pseudot-
266 - SILVÆ - Anno VI n. 13