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Ierobotanica rituale e fitonimie sacre greco-italiche
suga. Rispetto al Pliocene, in Italia c’è quindi un aumento di
Pinus (naploxilon), di Picea (excelsa = abete rosso) ed Abies (alba =
abete bianco). Nel Pleistocene medio invece - nelle fasi tempera-
te che seguono lo stadio isotopico 22 quindi - dopo l’avvento del
“grande glaciale” di 800.000 anni, si diffondono in Europa i
boschi a conifere e latifoglie termofile: negli stadi isotopici 21-11
avviene così la scomparsa e rarefazione delle forme terziarie
superstiti, quali Tsuga, Carya, Pterocarya, Cedrus e Zelkova.
Si è poi scoperto da tempo che alcuni depositi tufitici del Lazio
dell’interglaciale Mindel-Riss - più di 430.000 anni (stadio isoto-
pico 8) - contengono resti di Taxus baccata (tasso), Buxus semper-
virens (bosso), Vitis, Hedera, Ruscus (lauracea) e Smilax (smilace),
essenze tipiche dell’antica flora “colchide”. In Italia centrale
(Giac. di Riano Flaminio) in particolare, da un clima fresco si
passa a condizioni climatiche più miti, indicate dalla comparsa
della cosìdetta “foresta colchica” cui segue un ritorno a condi-
zioni climatiche più fresche, indicato dall’aumento dei pollini di
Abies e Fagus e dalla riduzione di Pterocarya (oggi tra il Mar Nero
e il Mar Caspio). Il paesaggio si distingue perciò per la presenza
di zone boschive a caducifoglie e limitate radure. Si passa quin-
di ad una fase fresca ed arida (Giac. di Torre in Pietra), e si mani-
festa successivamente una presenza di chenopodiacee e compo-
site con Salix e Pinus, con un successivo incremento del contin-
gente arboreo delle ombrellifere con Quercus e Pterocarya. Si
evince in seguito, intorno ai 300.000 anni, la presenza di un folto
bosco a latifoglie con predominanza del carpino (Carpinus betu-
lus) e presenza di querce, aceri, olmi, tigli, faggi, con specie tipi-
che quali Pterocarya fraxinifolia (noce esotico, oggi in Georgia) e
Zelkova crenata. Le rocce fossilifere di Riano Romano indicano
infatti la presenza di una foresta lussureggiante intorno ai
300.000 anni, ricca di faggi, abeti, querce, frassini, aceri, tigli, car-
pini, nocciolo, corniolo, edera e vite con alberi di Pterocarya e
Zelkova (oggi tra il Mar Nero e il Mar Caspio). La lunga sequen-
za pollinica fossile dell’antico lago di Castiglione (Gabii), ci indi-
ca inoltre che intorno a 190.000 anni il faggio si era diffuso
abbondantemente nella pianura latina fino al mare, mentre oggi
lo ritroviamo solo in altura, sopra gli 800 m. s.l.m. Così, con la
fine del glaciale di Riss (120.000 anni) - stadi isotopici 7-6 - si
SILVÆ - Anno VI n. 13 - 267