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La criminalità organizzata peninsulare come fatto sociale totale
Secondo Raimondo Catanzaro una delle caratteristiche principa-
li della mafia, che spiegherebbe anche la sua persistenza nel
tempo, consiste nella “capacità di combinare insieme valori
nuovi con quelli tradizionali attraverso un processo di ibrida-
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zione sociale” , di creolizzazione efficiente.
La forza della mafia, come visto, è conseguenza della sua capa-
cità di networking. Ciò permette ai mafiosi di porsi a seconda
delle circostanze come mediatori, patroni, protettori, in strutture
relazionali di natura diversa che essi riescono a utilizzare per i
propri obiettivi. Il potere di un attore viene infatti considerato
come una misura diretta del capitale sociale di cui questo dispo-
ne in un dato sistema di azione (e relazione).
Il richiamato concetto di capitale sociale teorizzato da James
Samuel Coleman fa riferimento all’insieme di risorse di cui un
individuo dispone sulla base della sua collocazione in reti di rela-
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zioni sociali . Un tale approccio analitico si presenta strettamente
relato alle tematiche della fiducia, della reciprocità, dell’identità,
dell’azione collettiva, della società civile, del contesto istituzionale,
dello sviluppo economico e politico. Questi issue, pur collocandosi
su piani analitici diversi, offrono nel loro insieme un quadro dei
vincoli e delle opportunità che si presentano agli attori, individua-
li e collettivi, in data società locale. Poiché il capitale sociale può
favorire la cooperazione tra gli individui, focalizzarsi sul suo ruolo
vuol dire “riconoscere che la propensione e la capacità a cooperare
espressa dai membri di una data società influenzano in modo
significativo i caratteri dello sviluppo economico e politico perse-
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guibili da quella stessa società” . La fiducia può costituire una
condizione necessaria per l’insorgenza della cooperazione, ma non
è una condizione sufficiente per il suo effettivo conseguimento e
quindi per la costituzione di capitale sociale stabile.
In realtà nella versione originale della teoria di Coleman il capi-
tale sociale più che alla cultura fiduciaria “è riferito a specifici
assetti delle relazioni sociali che consentono ad una persona di
agire in vista dei propri fini, orientando e riorientando le rela-
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zioni stesse” .
41 Catanzaro R., Il delitto come impresa. Storia sociale della mafia, Liviana, 1988 (pag. 133).
42 Cfr. Coleman J.S., Fondamenti di teoria sociale, Il Mulino, 2005.
43 Mutti A., Capitale sociale e sviluppo. La fiducia come risorsa, Il Mulino, 1998 (pag. 12).
44 Bagnasco A., Teoria sociologia implicita nell’analisi dello sviluppo a economia diffusa, in Teoria,
società e storia. Scritti in onore di Filippo Barbano, Franco Angeli, 2000 (pag. 481).
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