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La criminalità organizzata peninsulare come fatto sociale totale


                  affermazioni sociocentriche di Durkheim. Asserendo esplicita-
                  mente che la società viene prima degli individui, che i fatti sociali
                  possono essere spiegati solo da altri fatti sociali e che non si può
                  partire dal comportamento degli individui, dalle loro motivazioni
                  e dalla loro personalità, per arrivare alla società, Durkheim si col-
                  loca in una prospettiva precipuamente strutturalista.
                  La società, configurata come entità sui generis in quanto dotata di
                  un carattere altero non riconducibile alla pura dimensione psico-
                  logica delle intenzioni e delle proiezioni individuali e collettive,
                  non può essere considerata come il semplice risultato delle azioni
                  individuali, piuttosto come un sistema autonomo e indipendente,
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                  ovvero come “realtà specifica con i suoi caratteri propri” .
                  La dimensione speciale del sistema sociale, in quanto entità sui
                  generis che persegue finalità proprie, si manifesta per
                  Durkheim, nel carattere coercitivo che assume il sociale nei con-
                  fronti dell’individuo: la società infatti impone a quest’ultimo le
                  sue proprie forme e le sue proprie leggi. Il sociale acquista una
                  posizione di primato riguardo alla dimensione individuale: è
                  l’individuo a dover essere compreso a partire dal sociale e non il
                  sociale a partire dall’individuo, è infatti nella natura della società
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                  stessa “che occorre cercare la spiegazione della vita sociale” .
                  Tutte le volte che imputiamo alla società le cause del comporta-
                  mento di un individuo o di un gruppo, seguiamo, magari senza
                  rendercene conto, un approccio che parte dalla struttura sociale
                  per arrivare all’individuo. Le spiegazioni strutturali fanno sem-
                  pre riferimento a qualche forza che agisce alle spalle degli indi-
                  vidui (spesso, a loro insaputa) e li spinge a comportarsi in un
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                  determinato modo . In altri termini, è la società che spiega gli
                  individui e non viceversa. Non sono tanto gli individui che scel-
                  gono la posizione sociale che occupano e i ruoli che svolgono,
                  ma è piuttosto la struttura sociale che seleziona e forma gli indi-

                  45 Durkheim E., Le regole del metodo sociologico, Comunità, 1963 (pag. 103).
                  46 Ibidem (pag. 101).
                  47 (N.d.r.) Le teorie funzionalistiche operano anch’esse con un modello di spiegazione di tipo
                    strutturale: le parti sono spiegate in relazione alle funzioni che svolgono per il tutto, il percor-
                    so non è dalle parti al tutto, ma dal tutto alle parti. La teoria dei ruoli, in quanto parte dell’ap-
                    parato teorico funzionalistico, spiega il comportamento degli individui in base alla posizione
                    (lo status) che occupano in uno dei sottosistemi che compongono il sistema sociale. I ruoli sono
                    strutture normative che determinano le aspettative, vale a dire l’insieme dei diritti e doveri, nei
                    confronti di chi occupa una determinata posizione sociale. Quando sono noti i ruoli che un
                    individuo svolge, sappiano già quali sono le costrizioni alle quali è sottoposto il suo compor-
                    tamento e quindi siamo in grado di prevederlo con un notevole grado di certezza.


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