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La criminalità organizzata peninsulare come fatto sociale totale


            Osserva Umberto Santino che i servizi offerti dalla mafia rientrano
            in due grandi categorie: offerta di capitali o di beni illeciti, offerta a
            prezzi competitivi di beni leciti. Questi servizi costituiscono le arti-
            colazioni nevralgiche del rapporto di scambio-alleanza-condivisio-
            ne di potere che si instaura tra mafiosi ed attori politico-economi-
            ci: una agenzia  sui generis  che persegue interessi propri che si
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            intrecciano con quelli di altri soggetti sociali .
            In un saggio pubblicato sui Quaderni di Sociologia nell’ottobre del
            1997 il sociologo calabrese Ercole Giap Parini sottolinea la neces-
            sità, per imprimere un mutamento di rotta alle idee circolanti, di
            trasformare le diverse ipotesi definitorie del fenomeno mafioso
            (mafia-impresa, mafia organizzazione, mafia-comportamento),
            da concetti identificanti ed esclusivi a elementi variabili di un
            agire mafioso che abbia i caratteri dell’adattività. L’adattività
            mafiosa è un fattore sistemicostrategico che esprime la capacità
            di realizzare comportamenti orientati a favorire e a perpetuare la
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            riproduzione dei poteri criminali su di un dato territorio .
            Sebbene la complessità funzionale (ancorché strutturale) dell’or-
            ganizzazione criminale presenti un diffuso grado di resistenza ai
            cambiamenti, è lo spirito di resilienza a rappresentare la vera e
            grande risorsa del sistema mafioso. La resilienza è la forza che
            permette al sistema (sociale quanto naturale) di tornare nella
            condizione precedente ad una perturbazione, “rappresenta la
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            sua capacità di recupero” .
            L’importanza del concetto dell’adattività, nei termini della solu-
            zione della questione paradigmatica connessa alla complessità,
            risiede nel fatto che i comportamenti, ossia gli elementi variabili
            dell’agire mafioso, tendono ad adeguarsi in maniera selettiva al
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            mutare delle condizioni del contesto . La mafia ha rivelato una
            grande capacità di adattamento ai processi di modernizzazione
            anche in contesti temporali e spaziali diversi da quelli di origine.
            Rimane ancora significativo il caso dell’emigrazione negli Stati
            Uniti: esportando il loro sistema di violenza, i mafiosi riuscirono
            a controllare le relazioni interne alle comunità di emigrati, non-
            ché quelle con l’esterno.

            37 Cfr. Santino U., Dalla Mafia alle mafie. Scienze sociali e crimine organizzato, Rubbettino, 2006.
            38 Cfr. Parini E.G., Su alcune recenti interpretazioni del fenomeno mafioso, in Quaderni di Sociologia,
               Nuova Serie, vol. XLI, n. 14, 1997.
            39 Cfr. Odum E.P., Basi di ecologia, Piccin, 1988 (pag. 4).
            40 (N.d.r.) Si veda la nota 20.
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