Page 243 - 5-8 GALAN I bozza:orientamento I bozza
P. 243
La criminalità organizzata peninsulare come fatto sociale totale
tendenza alla centralizzazione (indirizzo centripedo) e una ten-
denza alla fluidità verso l’esterno (indirizzo centrifugo). La prima
tendenza riguarda gli affiliati al gruppo mafioso e si manifesta in
un territorio relativamente circoscritto; la seconda è invece relativa
alle reti di alleanze e di contatti dei mafiosi con altri soggetti e può
manifestarsi in luoghi più dispersi dal punto di vista spaziale.
Secondo il sociologo Rocco Sciarrone “i mafiosi tendono a stabilire
legami forti (strong ties) verso l’interno e legami deboli (weak ties)
23
verso l’esterno” . I primi sono quelli che caratterizzano i rapporti
tra parenti ed amici stretti; i secondi sono invece tipici delle rela-
zioni che si intrattengono tra conoscenti alla lontana. Ai fini del
nostro discorso, possiamo dunque definire forti i legami basati su
una comune appartenenza, con un contenuto di carattere affettivo
e un grado elevato di stabilità. Si possono invece considerare debo-
li i legami di carattere strumentale, tendenzialmente neutri dal
24
punto di vista affettivo e, comunque, meno stabili e approfonditi .
Un gruppo mafioso può essere rappresentato nei termini di una
rete sociale altamente coesa, poiché la trama di relazioni interne
tende ad essere basata sul modello dei rapporti familiari. Verso
l’esterno si osserva, invece, la presenza di reti sociali a prevalen-
za di legami deboli. Dal punto di vista morfologico l’immagine
complessiva che si ricava analizzando un gruppo mafioso è
quella di una rete fittamente interconnessa nel suo nucleo orga-
nizzativo, che diventa più rarefatta nella sua trama periferica.
È opportuno precisare che nel caso della mafia i legami deboli devo-
no essere intesi nel senso di legami laschi: “debole suggerisce l’idea
che la connessione possa facilmente spezzarsi, (...), l’aggettivo lasco,
(...), denota invece un nodo non stretto, che lascia gioco alle corde
che lo compongono o che vi scorrono dentro, ma tale nodo non è
25
26
affatto debole né sul punto disciogliersi” è solo più flessibile .
23 Sciarrone R., Mafie vecchie. Mafie nuove, Donzelli, 2009 (pag. 49).
24 (N.d.r.) Non bisogna confondere la forza del legame, ovvero la sua intensità, con la densità della
rete. La densità è data dal numero di legami esistenti effettivamente in rapporto al numero di
legami potenziali tra un insieme di soggetti connessi in dato reticolo sociale. Per semplificare si
potrebbe rilevare che in questa sede l’intensità dei legami assume valore qualitativo mentre la
densità ovvero la frequenza dei legami diventa un carattere eminentemente quantitativo.
25 Bonazzi G., Storia del pensiero organizzativo, Franco Angeli, 1995 (pag. 392).
26 (N.d.r.) Per un approfondimento sul tema delle connessioni lasche, quali modalità di intera-
zione all’interno dei sistemi organizzativi, si consulti l’opera dello psicologo sociale Karl
Weick, ed in particolare La psicologia sociale nei processi organizzativi (Isedi, 1993), Le organizza-
zioni scolastiche come sistemi a legame debole, in Zan S. (a cura di), Logiche di azione organizzativa
(Il Mulino, 1988), Senso e significato dell’organizzazione (Cortina, 1997).
246 - SILVÆ - Anno VI n. 13