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Angelo Borghetti, un grande forestale del secolo XX


            fascista. Istituita la
            Milizia      Nazionale
            Forestale, che sostituì
            il Corpo Reale delle
            Foreste, durante il
            ventennio fascista, il
            Borghetti rifiutò di
            farne parte, rinunciò al
            grado ed alla divisa di
            Console che gli spetta-
            va, ma innamorato del
            suo lavoro restò nella
            nuova Amministrazio-
            ne forestale come semplice funzionario civile. Non potendo
            ignorare i grandi meriti acquisiti in tanti anni dal Borghetti,
            come fece purtroppo per tanti altri ispettori forestali, il Ministe-
            ro lo nominò amministratore del complesso di Foreste Demania-
            li di Brescia, Mantova, Vicenza, Verona e Trento, estese per circa
            6000 ettari. Ritornò quindi ad operare nella mai dimenticata
            foresta di Giazza, dove poteva compiacersi dei risultati della sua
            opera giovanile. Oltre alla foresta di Giazza, ubicata a cavallo del
            confine tra le tre province di Trento, Verona e Vicenza, curò con
            competenza altri complessi boscati ubicati nei comuni di Dolcè e
            Brentino Belluno nel veronese, nei comuni di Gargnano, Anfo e
            Ono S. Pietro nel bresciano ed infine Bosco della Fontana in pro-
            vincia di Mantova. Impegno particolare dedicò al Bosco Fonta-
            na, alle porte di Mantova, raro relitto delle antiche Foreste pla-
            niziali della pianura Padana, giunto indenne sino a noi, già riser-
            va di caccia dei Gonzaga, e gestito dall’Amministrazione Fore-
            stale sin dalla seconda metà del secolo XIX. Assieme a Caro Mas-
            salongo, che lo onorò della sua amicizia, redasse il “Nuovo cen-
            simento delle piante fanerogame e crittogame vascolari del
            Bosco Fontana”, ancora attuale nonostante i successivi studi del-
            l’Hofmann, del Persico e del Mason.
            Fu membro effettivo dell’Accademia di Agricoltura Scienze e
            Lettere di Verona alla quale portò il suo contributo tecnico e
            scientifico con varie memorie su argomenti di selvicoltura, bota-
            nica e di storia locale.


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