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Angelo Borghetti, un grande forestale del secolo XX
Ala dovevano, infatti, essere preventivamente approvati dal Capi-
tanato del distretto di Rovereto, e il sotto ispettore Borghetti per
recarsi in quella zona doveva avvertire il predetto ufficio 24 ore
prima di recarsi sul posto. Era inoltre tenuto a portare sempre con
sé un lasciapassare (Geleitbrief) rilasciato dal Ministero dell’Interno
di Vienna; nei rilievi inoltre non poteva servirsi di strumenti foto-
grammetrici. In questa porzione della foresta erano sempre valide
tutte le leggi austriache, ivi compresa la Legge Forestale dell’Impe-
ro in vigore dal 3 dicembre 1852. Il custode forestale della zona, rica-
dente nel comune di Ala, se ritenuto necessario, doveva essere un
cittadino austriaco e le eventuali infrazioni erano punite in base alla
citata legge forestale dell’Impero.
Durante il conflitto 1915-18, la foresta non fu investita direttamen-
te dai combattimenti, essendo il fronte più a nord sul Monte Zugna
e sul Pasubio, e funzionò in concreto come retrovia. Ciò nonostan-
te, non mancò il tributo di giovani vite e lo ricordano ancora oggi
le 18 lapidi all’esterno del cimitero di Giazza. Erano giovani solda-
ti e giovani finanzieri morti sotto le valanghe e le slavine nella zona
del ponte di Revolto ed in altre località della foresta.
Le grandi opere realizzate sotto la direzione del Borghetti furono
oggetto, nel decennio della sua attività alla sottoispezione di Tre-
gnago, di visite e di riconoscimenti da parte del Ministero di
Roma ed anche da commissioni di esperti stranieri. II complesso
delle opere idrauliche e dei rimboschimenti, per la loro perfezio-
ne e per la difficoltà ed impervietà dei luoghi, furono considerate
tra le più ben riuscite sistemazioni idraulico-forestali d’Europa.
In occasione del XL Congresso Nazionale del CAI, che si svolse
a Verona nel 1909, un folto gruppo di congressisti, dal 6 all’8 set-
tembre, partecipò ad un’impegnativa gita sociale attraverso tutta
la Lessinia da oriente ad occidente. II primo giorno fu dedicato
interamente alla Foresta di Giazza ed il gruppo pernottò
all’”Osteria di Rivolto” come allora si chiamava l’attuale rifugio.
Inutile precisare che erano accompagnati dall’immancabile Bor-
ghetti che illustrò ai congressisti tutte le opere di ricostituzione
forestale realizzate ed in corso. Due anni dopo, il 10 agosto 1911,
alla presenza del Ministro dell’Agricoltura Industria e Commercio
Saverio Nitti, fu inaugurata, prima in Italia, la Foresta Demaniale
di Giazza. Tra le autorità di rilievo, oltre al Ministro naturalmente,
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