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L’esperienza di un’azienda vinicola


              za che ho notato in questi ultimi tempi è che anche qui, in area
              Trentina ed alto Veronese, pur nell’abbondanza di vitigni
              autoctoni, le grandi aziende non vi abbiano dedicato la giusta
              attenzione: colte dal sacro fuoco dei grandi numeri hanno
              sacrificato risorse per commercializzare vini poco legati al ter-
              ritorio portando quasi alla scomparsa varietà quali il Marze-
              mino, la Nosiola, l’Enanzio, ecc. Un riassestamento ed una
              focalizzazione nell’offerta sarebbe dovuta anche al consuma-
              tore che chiede con chiarezza di poter leggere un territorio
              attraverso i suoi vini.
              Un altro problema è quello relativo all’enorme carico burocra-
              tico che le piccole cantine debbono assumersi per essere in
              regola: oggi coltivare il vigneto, vinificarne l’uva, imbottiglia-
              re il vino e magari anche esportarlo significa doversi dotare di
              competenze e professionalità molto costose, spesso non alla
              portata di chi possiede solo qualche ettaro: del resto, pur con
              qualche eccesso, tutto questo serve a tutelare la produzione.
              Nel richiedere uno snellimento ed una razionalizzazione nei
              controlli non si deve nel contempo sentirne il fastidio! Per que-
              sto proporre ad un viticoltore la presa in carico di gran parte
              degli oneri burocratici che tanto lo spaventano può incenti-
              varlo a non abbandonare la coltivazione.
              La tutela dei piccoli produttori credo possa passare anche
              attraverso una nuova via, da me sperimentata nel caso di
              “Maso Michei” e di altre due realtà viticole. Maso Michei è un
              bellissimo maso a 900 metri di altitudine, da poco riconosciu-
              to dal CERVIM come socio, in valle dei Ronchi in Trentino;
              condotto dal viticoltore Giuseppe Tognotti questi non riusciva
              ad assumere su di se ne l’onere della burocrazia ne quello eco-
              nomico derivante dalla costruzione e dalla conduzione di una
              piccola cantina. Assieme stipulammo un accordo che lasciava
              a lui la coltivazione della vigna ed a me la vinificazione, l’im-
              bottigliamento e la commercializzazione dei vini. La mia can-
              tina aveva gia le persone e le competenze per far tutto questo
              e la capacità finanziaria per far partire il progetto; al viticolto-
              re viene retrocesso un riconoscimento di 50 centesimi per ogni
              bottiglia da me venduta a marchio Maso Michei oltre alla
              remunerazione delle uve utilizzate per la produzione; a Giu-


                                                            SILVÆ - Anno VI n. 13 - 163
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