Page 134 - 5-8 GALAN I bozza:orientamento I bozza
P. 134
Il paesaggio alimentare: economia, antropologia e storia del Mezzogiorno d’Italia
Nelle strade, nelle architetture, nell’agricoltura, nell’usanze e tra-
dizioni delle aree meridionali italiane si riconoscono,infatti, i
segni profondi della mediterraneità come contaminazioni tra
popoli, culture e usanze diverse che hanno determinato nel
tempo differenze e somiglianze nelle scelte e negli usi alimentari.
L’ulivo, la vite, il castagno, il fico, il mandorlo, i legumi e le erbe aro-
matiche sono una costante presenza paesaggistica, prima che ali-
mentare, in tutte le regioni del Mediterraneo, ma è anche facile con-
statare come la vite, il castagno e l’ulivo e il fico siano simboli e pre-
senze del paesaggio rurale che caratterizzano i piccoli appezzamen-
ti di terreno che si rincorrono dall’interno selvatico fino alla costa.
A queste coltivazioni stratificatesi nelle usanze del tempo e della
storia si sono sempre accompagnate le pratiche della pastorizia e
dell’allevamento degli ovini nonché delle attività di trasformazione
del latte (come è documentato dalle tracce della transumanza anco-
ra presenti) che attraversando pascoli magri e spesso inospitali
hanno portato alla produzione di prodotti alimentari tipici oggi di
nicchia come il cacio ricotta. Ma anche ad attività di pesca, anche
esse frutto della tradizione, che costituiscono oggi attività di presti-
gio come la pesca delle alici di Menaica. Il modello produttivo che
ha avuto successo nel Mezzogiorno è, infatti, un modello misto.
Le carenze di un ambiente povero sono state risolte con lo sfrut-
tamento di tutte le possibili risorse, agricoltura, orti cultura, alle-
vamento, pesca affinché le popolazioni locali, dedicate comple-
tamente a queste pratiche, potessero raggiungere la sopravvi-
venza. Queste caratteristiche produttive hanno portato alla
SILVÆ - Anno VI n. 13 - 137