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Sicurezza agroalimentare nell’era della globalizzazione


            ne di tendenza si è registrata con l’emanazione della legge 99 del
            2009, che ha introdotto nel Codice penale il reato di contraffazione
            dei prodotti agroalimentari, innalzando il livello di deterrenza.
            Con la stessa legge è stato previsto il rafforzamento delle azioni
            volte alla tutela della qualità delle produzioni agroalimentari,
            della pesca e dell’acquacoltura, nonché per il contrasto delle frodi
            in campo agroalimentare e nella filiera ittica, attraverso le attività
            svolte dagli organi di controllo del Ministero delle Politiche agri-
            cole, alimentari e forestali, tra cui il Corpo forestale dello Stato.
            Occorre, quindi, una maggiore presa di coscienza da parte dei con-
            sumatori, della pubblica opinione in generale, per richiedere con-
            trolli più serrati, per sapere se la mozzarella di bufala che si compra
            proviene da Napoli, dalla Germania o dalla Lituania. Per impedire
            questa confusione è impensabile limitare il commercio, pretendere
            che paesi come la Cina, il Brasile o il Sudafrica non si sviluppino eco-
            nomicamente con la propria capacità di crescita, imponendo loro di
            produrre di meno perché danneggiano troppo; si può però chiedere
            loro di produrre secondo le regole, di adeguare le legislazioni nazio-
            nali, di consentire la rintracciabilità, questioni che riguardano tutti i
            Paesi, anche il nostro come è avvenuto per alcune tipologie di ali-
            menti, pena la chiusura delle singole aziende.
            Nella stessa Unione Europea, però, si incontrano difficoltà e osta-
            coli, come di recente, quando in Italia è stato messo a punto il
            decreto sull’olio. Questo si spiega con l’esigenza di non restringere
            la concorrenza. Infatti, anche altri Paesi europei vantano prodotti
            di eccellenza, per cui il miglioramento di quelli italiani non deve
            danneggiare il libero mercato, necessario per di più perché con-
            sente di avere prezzi minori. Per il Consiglio dei Ministri dell’A-
            gricoltura dell’Unione Europea occorre promuovere la competiti-
            vità sul mercato interno ed internazionale, dando priorità alla qua-
            lità e alla sicurezza dei prodotti, avvalendosi di adeguate misure di
            sicurezza e di controllo della provenienza del cibo. Viene così riba-
            dito in modo chiaro l’impegno dell’Unione Europea, e dei ministri
            delle politiche agricole degli Stati Membri, nel portare avanti il
            modello agroalimentare europeo ed i suoi elevati standard quali-
            tativi e regolamenti riguardanti la sicurezza alimentare, la salva-
            guardia dell’ambiente e quella del benessere animale. Questo in
            seguito alle accuse, mosse all’Unione Europea, di attuare, tramite


                                                            SILVÆ - Anno VI n. 13 - 133
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