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La repressione dei reati in danno agli animali


            avere un approccio idoneo nei confronti di una realtà delicata che vede altri
            esseri viventi diversi da noi e con caratteristiche etologiche e necessità pro-
            prie e definite, che solo consulenti bravi e esperti possono riferire alla P.G.
               Gli operatori agiscono secondo scienza e coscienza ed è proprio questo
            il nodo della questione: spesso l’approccio ai reati contro gli animali, e
            parlo sia dei tecnici che della polizia giudiziaria, è privo di empatia, di
            comprensione, di considerazione e pertanto alcune volte difetta proprio
            della “sensibilità” professionale necessaria.
               Lo stesso bagaglio culturale, le abitudini, i condizionamenti sociali
            pesano molto sul rapporto tra uomo e animali e influenzano negativa-
            mente l’obiettività dell’operatore di polizia.
               Il mio lavoro mi porta in tutta Italia e ho constatato come siano diversi gli
            atteggiamenti di fronte alle medesime situazioni: laddove i sistemi sociali sono
            orientati verso una cultura più aperta e evoluta verso gli animali, anche gli
            operatori di polizia giudiziaria, i medici veterinari e i tecnici sono abituati ad
            un approccio più globale alle problematiche dei reati contro gli animali.
               Del resto la giurisprudenza, sia di legittimità che di merito, che si è for-
            mata sui reati di maltrattamento ci dimostra come le leggi in vigore possano
            garantire la più ampia tutela agli animali che non sono considerati solo
            oggetti passivi ma veri e proprio soggetti attivi delle previsioni normative.
               Molto spesso mi capita di ascoltare critiche sul fatto che l’art. 544 ter
            sia inserito nel titolo del Codice Penale riguardante i reati contro il sen-
            timento verso gli animali.
               Questo significa certamente che l’animale non è il soggetto di interesse
            della norma; però mi sembra che non possiamo ignorare che la legge parla
            di sentimento verso gli animali: questo elemento va valutato in tutta la sua
            portata, perché personalmente reputo che sia un fattore di arricchimento
            per chi istituzionalmente ha il compito di reprimere questi reati.
               Come ben espresso dal Capo del Corpo forestale, l’approccio alle pro-
            blematiche che riguardano gli animali devono essere connotate “dall’alto
            profilo morale, culturale e dal profondo senso di civiltà”.


















                                                              SILVÆ - Anno V n. 11 - 93
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