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La repressione dei reati in danno agli animali
Gatto con evidenti segni di maltrattamento
occhi”, valutare le realtà attraverso le norme e non viceversa, avere la
volontà e la capacità di affrontare le situazioni, la costanza di perseguire
le finalità e acquisire i mezzi culturali idonei a capire e valutare con esat-
tezza i molteplici aspetti delle fattispecie sulle quali si interviene.
L’istituzione, dal suo canto, deve essere capace di mettere a disposi-
zione degli operatori gli strumenti e i mezzi per ottenere i risultati che la
legge e la società richiedono.
La repressione dei reati di maltrattamento di animali richiede non solo
una buona tecnica operativa di Polizia Giudiziaria, ma anche compassio-
ne, umanità e molta motivazione.
È questo, infatti, un servizio difficile, delicato, che comporta la capa-
cità di sapersi gestire e, contemporaneamente, anche quella di non
risparmiarsi, di non arretrare davanti alle deleterie e improprie minima-
lizzazioni culturali di tanta parte dei tecnici del settore.
Io e il personale del NIRDA abbiamo dovuto constatare che per inter-
venire sui reati contro gli animali occorre non solo acquisire competenza,
ma anche interagire con professionisti altrettanto preparati, coscienziosi,
aggiornati, capaci di riportare oggettivamente la realtà e tradurla in un
linguaggio che sia immediatamente disponibile per il magistrato che deve
guidare le indagini.
In pratica si tratta di cercare le prove dei reati, e da questo punto di vista
le modalità non sono molto diverse dalle altre tipologie di reati, ma occorre
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