Page 88 - ZAIA III bozza
P. 88
La repressione dei reati in danno agli animali
tività di polizia giudiziaria.
Le modalità operative elaborate dalla forestale, infatti, prevede che,
nel caso di maltrattamento animali, essi non debbano essere lasciati nella
disponibilità dei maltrattatori, né nelle condizioni sanitarie, gestionali,
logistiche nelle quali sono rinvenuti.
Occorrerebbero strutture idonee e autorizzate, meglio se “istituziona-
li”, dove trasferire immediatamente gli animali posti sotto sequestro: pur-
troppo, tranne pochi centri di accoglienza e di recupero per animali, tra
l’altro esclusivamente dedicati alla fauna selvatica e a quella esotica,
ormai strapieni, non si hanno al momento a disposizione luoghi adeguati
dove trasferire e custodire tutte le varie tipologie di animali su cui si lavo-
ra.
La situazione diventa anche più complicata e le scelte praticabili anco-
ra più ristrette dal momento che il NIRDA ha scelto, per motivi di oppor-
tunità, di evitare quanto più possibile strutture di privati e, naturalmen-
te, ha l’obbligo di rivolgersi soltanto a centri autorizzati che diano garan-
zie del buon trattamento degli animali.
A tale proposito occorre una puntualizzazione: il buon trattamento
degli animali non consiste solo nell’assicurazione degli elementi basilari
per la vita (cibo, acqua, ricovero), bensì è un concetto che necessaria-
mente si estende alla gestione, intesa come cura degli aspetti psicofisici e
comportamentali degli animali, in considerazione delle loro caratteristi-
che etologiche.
La condizione di essere vivente dell’animale, infatti, non può in alcun
modo essere riportata al mero aspetto fisiologico, sistema vitale che si
nutre e espleta funzioni organiche, ma va ampliata alla condizione di
essere senziente, capace cioè di recepire gli stimoli provenienti dall’am-
biente, con reazioni che spesso vanno recuperate alla normalità, dopo
l’assoggettamento a maltrattamento da parte dell’uomo.
In conclusione, è assolutamente impensabile intervenire in casi di mal-
trattamento di animali senza modificare il loro status.
Questa è stata una vera e propria scelta strategica che la forestale ha
deciso sin nella fase iniziale del lavoro di contrasto al maltrattamento ani-
male e che va mantenuto come caposaldo dell’attività: i riscontri che pro-
vengono dalla Magistratura dimostrano che questa è la strada giusta per
ottenere risultati positivi in sede giudiziaria.
Conclusioni
Termino questa breve esposizione con alcune considerazioni personali.
Per svolgere un buon lavoro di Polizia Giudiziaria occorre “avere
SILVÆ - Anno V n. 11 - 91