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La repressione dei reati in danno agli animali
Non può e non deve essere trascurata l’acquisizione degli atti e della
documentazione – ove esistenti – presso i soggetti interessati, sia pubblici
(Comuni, ASL, Regioni, ecc.) che privati.
Ciò, inevitabilemnte comporta, alla fine delle indagini in loco, un lungo
e gravoso lavoro di disamina documentale che impegna gli operatori in uno
sforzo notevole, ma che si ritiene sia il metodo più corretto e asettico di far
emergere la realtà dei fatti da presentare all’Autorità Giudiziaria.
Nella stragrande maggioranza dei casi, le operazioni non si esauriscono in
un giorno solo, ma richiedono più giornate; è quindi necessario, nel preve-
dere l’organizzazione dell’intervento, considerare anche l’aspetto logistico.
Infine, poiché il lavoro viene svolto per lo più all’aperto, è stato neces-
sario acquisire un equipaggiamento di strumenti e attrezzature (compu-
ters portatili e stampanti, videocamere, telefoni cellulari, gps, lettori di
microchip, trasportini, gabbie, ecc.), nonché sistemi di protezione indivi-
duali come tute monouso, copriscarpe, mascherine, occhiali, al fine di
evitare contatti con materiali potenzialmente pericolosi.
La custodia
Il punto nevralgico dell’attività del NIRDA, per quanto finora detto,
è il mantenimento dei beni in sequestro.
È questo un punto estremamente importante per la buona riuscita del-
l’attività della Polizia Giudiziaria che, come già evidenziato, non può esi-
mersi dagli obblighi
di legge.
Non conservare il
bene, infatti, è una
condotta penalmente
rilevante, con una
grave chiamata di
responsbilità per la
P.G., la quale ha il
dovere di individuare
custodi idonei e che
diano le migliori
garanzie.
Allo stato attuale,
la questione “custo-
dia” rappresenta
anche il punto dolen-
Carcasse di cani ritrovate dagli uomini del Corpo forestale dello Stato in te e limitativo dell’at-
celle frigorifere.
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