Page 52 - ZAIA III bozza
P. 52

Il rapporto tra uomo e animali


            chiedere il loro consenso prima di tenerli in cattività, addestrarli, addo-
            mesticarli o sfruttarli per i nostri fini in qualunque altra maniera. Non
            esiste alcun concepibile meccanismo attraverso il quale siffatto consen-
            so possa essere concesso o rifiutato. Per di più, una creatura che aves-
            se dei diritti sarebbe vincolata dal dovere di rispettare quelli degli altri:
            così una volpe dovrebbe rispettare il diritto alla vita del pollo e intere
            specie sarebbero condannate  ipso facto come creature istintivamente
                      24
            criminali” . Tutto ciò comporterebbe evidenti assurdità e abusi di ogni
            genere. Gli animali, quindi, sono solo individui, gli esseri umani sono
            anche persone e come tali soggetti morali, detentori di diritti e doveri.
            Se si attribuiscono agli animali dei diritti, è consequenziale che essi
            siano anche portatori di responsabilità, soggetti a doveri, cosa che con
            tutta evidenza è un assurdo e riporterebbe a epoche passate quando in
            Europa, secoli fa, venivano processati e giustiziati animali “rei” di
                                                          25
            colpe inesistenti (sacrilegio, cannibalismo, ecc.) . Comunque, “sebbe-
            ne gli animali non abbiano diritti, noi abbiamo comunque doveri e
                                             26
            responsabilità nei loro confronti” . In particolare, dopo millenni di
            allevamento, dobbiamo prendere atto che l’addomesticazione di molti
            animali ha introdotto delle necessità che i nostri avi hanno determinato
            in loro e di cui siamo responsabili. Circa i nostri doveri, aggiunge Scru-
            ton, bisogna evidenziare che mentre nel caso degli animali addomesti-
            cati, specie se da compagnia, abbiamo doveri verso il singolo individuo,
            nel caso degli animali selvatici abbiamo doveri verso la specie (tutelar-
            ne l’esistenza, intervenendo per correggere gli effetti nefasti del nostro
            agire sull’ambiente). Nella situazione attuale, tale responsabilità logica-
            mente si dovrebbe richiamare con forza per quel che riguarda gli ani-
            mali selvatici, dato che la potenza tecnologica dell’uomo può facilmen-
            te e in poco tempo stravolgere interi habitat con conseguenze gravissi-
            me sulla stessa sopravvivenza di intere specie. Scruton ribadisce più
            volte, forse per evitare malintesi più o meno voluti, che quanto da lui
            asserito circa gli animali “non significa che gli esseri umani non abbia-
            no doveri nei loro confronti, doveri che nascono e vengono assunti nel
            momento in cui rendiamo gli animali dipendenti da noi per la loro
                                             27
            sopravvivenza e il loro benessere” . La simpatia umana verso gli ani-
            mali, in ogni caso, non deve confondersi assolutamente con un’emozio-
            ne sentimentalistica giacché, mentre il vero amore è interessato all’og-
            getto, l’amore sentimentalistico “non va oltre il Sé e dà priorità ai suoi
            stessi piaceri e dolori, oppure inventa per se stesso un’immagine grati-

            24 ivi, pp. 63-4
            25 cfr. Roberto Delort, L’uomo e gli animali dall’età della pietra a oggi, Laterza, Bari 1987, p. 153
            26 R.Scruton, Gli animali ecc. p.65
            27 ivi, p. 97
                                                              SILVÆ - Anno V n. 11 - 55
   47   48   49   50   51   52   53   54   55   56   57