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Il rapporto tra uomo e animali
che gli animali non vedono e non sentono, ma è come se vedessero e è
come se udissero; che non emettono suoni, ma è come se li emettessero; e
che non vivono nel vero senso della parola, ma è come se vivessero. Per-
ché queste ultime affermazioni, io credo, non sono certamente più con-
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trarie all’evidenza delle prime” . Secondo Plutarco, “non commette
ingiustizia che si serve degli animali, ma chi se ne serve facendo loro del
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male, con disprezzo e con crudeltà” . Per alcuni l’applicazione della giu-
stizia al nostro rapporto con gli animali minerebbe la dignità degli esseri
umani. A tale obiezione l’Autore delle Vite parallele risponde che noi
abbiamo il dovere di rispettare e tutelare gli animali. Infatti, se ritenia-
mo, come è giusto, di avere obblighi di giustizia anche verso i nostri simi-
li che agiscono in modo volgare e brutale, perché, a maggior ragione, non
dovremmo comportarci così con gli animali che ci aiutano sul lavoro e ci
forniscono nutrimento come il bue, il cane o la pecora? Per inciso aggiun-
giamo che un sapiente jaina, buddhista o indù non diceva (e dice) cose
sostanzialmente diverse. Ma siamo ben lontani da una rivendicazione
astratta e problematica, tipicamente moderna, dei “diritti animali”! È
piuttosto un richiamo ai nostri doveri verso gli altri viventi. Anche Scru-
ton potrebbe sottoscrivere almeno alcune (non tutte!) tra le affermazioni
sopra riportate ed è un peccato che non abbia arricchito il suo interven-
to includendo anche questi filoni sapienziali che, non meno di altri, fanno
parte della tradizione del pensiero europeo.
Le posizioni teoriche di Scruton
Vediamo, quindi, quali sono nel dettaglio le sue posizioni teoriche,
evidenziandone in primo luogo i “punti fermi”. Scruton esordisce subi-
to affermando che è “necessario un approccio scrupoloso e morale nei
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confronti delle altre specie” da parte nostra e ricorda che “nel passato
gli animali erano considerati cose, poste sulla Terra per il nostro uso e
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il nostro piacere, da trattare a nostro comodo” . Ciò risulta vero solo
nella prospettiva di alcuni pensatori pagani, come Aristotele (ma non
tra tanti altri, prima citati), e poi del pensiero prevalente nel cristiane-
simo, ad esclusione di pochi come S. Giovanni Crisostomo e San Fran-
cesco. Secondo Scruton la questione del benessere degli animali oggi ha
così grande presa sulle nostre coscienze perché il cristianesimo si è gra-
vemente indebolito e ha perduto la sua influenza nella società. Infatti
essere gli unici viventi “a immagine e somiglianza di Dio” giustificava
7 ivi, pp. 113-4
8 ivi, p.125
9 R.Scruton, Gli animali ecc. p. XII
10 ivi, p.1
SILVÆ - Anno V n. 11 - 51