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Il rapporto tra uomo e animali


                  Un acceso dibattito tra utilitaristi e neokantiani

                         ggi, principalmente sulla scorta delle acquisizioni ottenute dal
                         neodarwinismo (ma anche dallo stesso Darwin), alcuni filosofi
                  Osostengono la tesi che non esiste una netta differenza tra l’uomo e
                  l’animale: da ciò fanno derivare la tendenza ad estendere alcuni diritti
                  tipicamente umani agli animali superiori, tendenza che può essere defini-
                  ta come inclusivismo morale. Ciò può spingere a ritenere che, a seconda
                  delle rispettive condizioni, certi animali godano di maggiori diritti degli
                  esseri umani. Così secondo il filosofo utilitarista Peter Singer lo scim-
                  panzé adulto dovrebbe godere di una maggiore tutela giuridica rispetto
                  all’embrione umano nell’utero materno. Nel dibattito aperto da tempo
                  sui “diritti degli animali” e sul più generale problema della rivisitazione
                  del comportamento che l’uomo deve tenere con essi può essere interes-
                  sante prendere in considerazione le riflessioni di studiosi meno noti
                  rispetto ai vari Singer e Regan, tra l’altro radicalmente progressisti. Ci
                  riferiamo al filosofo inglese, di orientamento conservatore, Roger Scru-
                  ton, di cui sono stati tradotti in Italia vari libri: tra essi figura un testo
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                  dedicato specificamente a questo tema , da lui pure affrontato in un capi-
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                  tolo del Manifesto dei conservatori . Il titolo inglese del volume di Scru-
                  ton dedicato ai diritti animali  (Animal rights and wrongs) sembra già
                  suggerire il pericolo insito, a suo parere, nell’animalismo e nella difesa ad
                  oltranza dei diritti degli animali. La tesi di base sostenuta dall’Autore è
                  che gli animali non hanno diritti, poiché non sono persone e poiché solo
                  le persone, in quanto esseri morali, sono detentori di diritti. In altre
                  parole possiamo attribuire unicamente a un essere morale, cioè dotato,
                  almeno potenzialmente, di un proprio senso della morale, quelli che sono
                  realmente dei “diritti”, e non delle giustissime esigenze o necessità, da cui
                  noi non possiamo derogare. Le sue posizioni possono apparire talvolta
                  irritanti ad alcuni, ma riteniamo che sollevino problemi reali, forse sco-
                  modi, ma che non possono essere elusi o rimossi. L’Autore affronta il
                  tema dal punto di vista filosofico, facendo riferimento in particolare a
                  Kant. Quest’ultimo, con l’obiettivo di fondare un’etica dei valori e della
                  dignità dell’uomo, esalta la figura del soggetto umano, morale e raziona-
                  le, ponendolo di fatto fuori, e quasi contro, la natura, che finisce con
                  l’essere rappresentata come una realtà priva di veri elementi positivi,
                  opaca e oscura. Kant attribuisce all’uomo un valore assoluto e incompa-
                  rabile, in quanto unico essere dotato di razionalità e moralità, che non
                  solo gode di una radicale preminenza rispetto a tutti gli altri viventi, privi


                  1 R.Scruton, Gli animali hanno diritti?, Raffaello Cortina Editore, Milano 2008
                  2 R.Scruton, Manifesto dei conservatori, Raffaello Cortina Editore, Milano 2007

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