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Il rapporto tra uomo e animali

            IL RAPPORTO TRA

            UOMO E ANIMALI


            di Giovanni Monastra*



            Gli esseri umani sono soggetti morali, capaci di distinguere ciò che è giusto da ciò che è
            sbagliato e di dare luogo a un contratto sociale, mentre gli animali non lo sono. Solo noi
            possiamo essere considerati detentori di diritti e doveri, che costituiscono due facce della
            stessa medaglia. Per questa ragione, come evidenzia il filosofo Roger Scruton, parlare di
            “diritti animali” ci conduce ad affermare assurdità, poiché implica attribuire anche dei
            doveri agli esseri non umani. Tuttavia tali differenze non ci esimono dall’obbligo di rispet-
            tare gli animali. Da altri punti di vista possiamo pure rilevare delle profonde diversità tra
            uomini e animali: ciò rende improponibile qualsiasi assimilazione come quella proposta
            dall’ideologo Peter Singer. Intendiamo parlare dell’uomo come animale “simbolico”: i
            suoi simboli non vanno confusi con i segnali scambiati nel mondo animale e che hanno una
            base innata, geneticamente programmata, anche se talora migliorabile con l’apprendi-
            mento, mentre l’uomo “crea” i suoi simboli, seppur seguendo regole abbastanza generali
            e comuni, basate sull’analogia. Nel nostro universo interiore esistono certo condiziona-
            menti biologici, pulsioni, ecc., ma questi vengono ampiamente mediati e manipolati dal
            soggetto stesso, che si autocostruisce non contro la natura, ma su di essa. In conclusione,
            la posizione molto particolare dell’uomo lo pone di fronte a numerose scelte, a volte non
            facili, tra le quali c’è anche la possibilità di usare gli animali come risorsa. Tale decisione
            non è in sé sbagliata se noi evitiamo di infliggere loro inutili sofferenze: questa è la conce-
            zione di Scruton definibile come rispetto del benessere animale.
            Humans are moral subjects, able to distinguish right from wrong and to enter into a
            social contract, while animals are not. Just us can be regarded as possessors of rights
            and duties, two faces of the same coin. For this reason, as the philosopher Roger Scru-
            ton points out, speaking of “animal rights” leads us to a nonsense, because it means to
            give also duties to non-human beings. Nevertheless such difference does not release us
            from the obligation of respecting animals. From other points of view we can also obser-
            ve deep diversities between us and them and it makes impossible any assimilation like
            that one proposed by the ideologist Peter Singer. We are talking about the condition of
            man as animal living par excellence in a world of symbols: these should not be confused
            with the signals exchanged among animals, having innate basis, genetically program-
            med, although sometimes those behaviors can be improved by learning. On the contrary,
            man “creates” his symbols, following quite general and common rules, based on analogy.
            In our inner universe there are some biological conditionings, drives, etc. But they are
            largely mediated and manipulated by each subject, building up his particular persona-
            lity not against nature, but on it. In conclusion, the specific position of man in the world
            puts him in front of many choices, sometimes not easy, among them there is also the pos-
            sibility to use animals as resources. This decision is not  inherently wrong if we avoid any
            unnecessary sufferings to them, following Scruton and his position on animal welfare.

            *  Direttore Generale dell’INRAN – Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione

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