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Quando Nietzsche abbracciò un cavallo
Si pensi, ad esempio, alle tutela giuridica del lavoro, della salute e dell’
istruzione; giustissima sul piano degli ideali e delle libertà di (positive). E di
conseguenza condivise dai cittadini in nome del “bene di tutti e di ciascuno”,
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ma di fatto gestite da occhiute, impersonali e spesso sciatte burocrazie .
Si può perciò parlare, dal punto di vista sociologico, di diritti indivi-
duali “vincolati” al riconoscimento, da parte del cittadino, di un potere
sociale o pubblico, talvolta inefficiente, che si manifesta e concretizza
attraverso leggi, regolamenti, giudici e funzionari, lungo un percorso
sociologico (dalla legiferazione all’attuazione delle leggi), che va, se ci si
perdona la caduta di stile, dalle “stelle” (delle “Carte Costituzionali e dei
Diritti”) alle “stalle” (della routine quotidiana, gestita dalle burocrazie).
Ma non è tutto. Come ha notato lo storico Christopher Lasch nelle
società moderne tutte le grandi strutture burocratiche (anche quelle priva-
te s’intende) tendono a deresponsabilizzare l’individuo: sia lo stato che la
grande impresa, appoggiandosi l’uno all’altra, facilitano la trasformazione
dell’individuo in una specie di eterno bambino, un narciso, dedito ai con-
sumi privati e pubblici. Soprattutto la crescente fornitura statale di beni
pubblici priverebbe progressivamente le persone della propria qualità di
lavoratori, mariti, padri. Le trasformerebbe in marionette, i cui fili sono
tirati dai vertici delle grandi organizzazioni pubbliche e anche private, che
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spesso intervengono nella gestione stessa, affiancando l’opera dello stato .
Per farla breve: oltre un certo limite il welfare state, o stato sociale, pro-
voca dipendenza. Come per contro - sia detto per inciso - il laissez-faire allo
stato puro determina la distruzione di ogni legame sociale.
Purtroppo la perfezione non è di questo mondo.
Un welfare state anche per gli animali?
Ora, per tornare all’argomento “diritti degli animali, va notato come
i provvedimenti legislativi in materia siano particolarmente aumentati
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negli ultimi cinquant’anni . Quasi di pari passo con lo sviluppo del wel-
fare state, senza peraltro risentire delle critiche rivolte allo stato sociale.
Sorvolando sulle grandi dichiarazioni internazionali di principio, in
Italia con la legge del 20 luglio 2004, n. 189 è stato addirittura inserito un
nuovo titolo (il IX bis) nel libro II del Codice Penale, rubricato, secondo
8 Per ragioni di spazio dobbiamo tralasciare la discussione, a dire il vero più filosofica che sociologica, sui con-
cetti di liberta da (negativa) e libertà di (positiva). Rinviamo però a un classico in argomento: I. Berlin, Libertà
(ed. or. 2002), Feltrinelli, Milano 2005, in particolare pp. 169-222 (“Due concetti di libertà”).
9 Si vedano in particolare C. Lasch, La cultura del narcisismo (ed. or. 1979), Bompiani, Milano 1981; Idem, L’Io
minimo (ed. or. 1984), Feltrinelli 1985.
10 Sugli aspetti storico-giuridici cfr. S. Castiglione, Diritti degli animali, in AA.VV. Enciclopedia delle scienze
sociali, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma 1993, vol. III, pp. 14-15 (“Cenni di diritto comparato”). Per
un aggiornamento si veda in questo fascicolo di “Silvae” lo studio di Francesca Rescigno.
42 - SILVÆ - Anno V n. 11