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Quando Nietzsche abbracciò un cavallo


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                  sca per ricorrere alla violenza, e non solo simbolica .
                     E anche questo può essere un buon motivo di riflessione per i lettori.
                  Cioè se i “diritti degli animali” valgano, non la famigerata Messa, ma
                  almeno in prospettiva, l’acuirsi di una “guerra”se non civile, sicuramen-
                  te “culturale”. Le cui conseguenze non vanno mai sottovalutate.

                  Epilogo: da Nietzsche a Nietzsche


                     Una precisazione. Quanto appena detto, non significa che chi scrive
                  sia contrario al dibattito pubblico. Ci mancherebbe altro. Si ritiene sia
                  utile conoscerne i limiti sociologici. Tutto qui.
                     Se infine ci è concessa una valutazione normativa sui “diritti degli ani-
                  mali”, crediamo sia necessario puntare su una visione olistica. Che tutta-
                  via conservi al centro l’uomo. Una concezione, al tempo stesso, rispetto-
                  sa degli animali e delle gerarchie naturali. Capace, seguendo l’ispirazio-
                  ne nietzschiana, di sospingere l’ uomo ad abbracciare un cavallo soffe-
                  rente, senza però identificarsi totalmente con esso.
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                     L’uomo, scrive Nietzsche, è “una fune sopra l’ abisso” . Ma è una
                  fune pensante, che a differenza di altri esseri viventi, “sente” il peso
                  “metafisico” 18  del rischio di spezzarsi all’improvviso. Un sentimento che
                  può rendere l’uomo, come è giusto che sia, sensibile alle sofferenze del
                  cavallo. Ma potrà mai bastare la “cura” a rendere il cavallo consapevole
                  delle sofferenze dell’uomo?





















                  16 Su questi aspetti si veda A. Gaspari e V. Pisano, Dal popolo di Seattle all’ecoterrorismo. Movimenti antigloba-
                    lizzazione e radicalismo ambientale, 21mo Secolo Editore, Milano 2003. In alcuni punti gli autori esagerano.
                    Ma i rischi di certe posizioni estreme, in campo non solo ambientale, sono chiaramente messi in luce.
                  17 F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra. Prefazione, 4 in Idem, Opere 1882-1895, Newton Compton, Roma 1993,
                    vol. II, p. 234.
                  18 Sulla distinzione “metafisica” tra esseri umani e animali (nei termini di ambizioni, speranze, aspirazioni pre-
                    senti, consapevolmente, soltanto nell’uomo), rinviamo alla soddisfacente trattazione di  R. Scruton, op. cit.,
                    pp. 60-65.

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