Page 87 - orientamento I bozza
P. 87
Cibo degli Dei e cultura degli uomini
12
za, la rettitudine del pensiero . Questa impostazione sorta nel mondo
greco nel “periodo assiale dell’umanità” (VII-VI secolo a. C.) trova pre- FOCUS
cise analogie nella posizione del Buddha in India, di Zarathustra o
meglio della corrente spirituale zarathustriana in Persia che si sviluppa-
13
no in un periodo singolarmente coevo .
La rinuncia all’alimentazione vegetariana, da parte dei pitagorici, si inse-
risce in una profonda rivoluzione spirituale, che segna l’albeggiare di una
nuova dimensione umana, legata principalmente all’“anima razionale”.
4. La vita e la morte in una spiga di grano.
Se Artemide è la dea della caccia, quindi legata alla dimensione della vita
dei boschi, avventurosa e ancora selvaggia, volta alla ricerca della caccia-
gione, Demetra è la grande dea della Terra coltivata. De-meter: trasparen-
te l’etimologia di questo nume che rinvia alla Terra (De) Madre (Meter);
altrettanto trasparente è l’origine del nome di Poseidone, il dio del mare
pescoso: Posis (Sposo) della Terra (Da). In età storica, quando all’arcaica
preminenza di Poseidone si sostituisce la sovranità universale di Zeus, re
del cielo, Demetra è appunto identificata con una delle spose di Zeus. Gli
dei antropomorfi del cielo e della terra generano insieme due divinità desti-
nate ad assumere una forte valenza misterica: Persefone e Dioniso. Il culto
di Demetra si lega alle molteplici valenze che ha assunto l’agricoltura agli
14
occhi degli uomini. Fu Mircea Eliade , il principale storico delle religioni
del Novecento, a sottolineare, in polemica con ottuse interpretazioni di
tipo marxistico, come la scoperta dell’agricoltura prima ancora di essere un
fatto materiale fosse stata un’avventura di tipo spirituale. La nascita dell’a-
gricoltura implica un ampliamento dell’orizzonte mentale dell’uomo, lo
educa allo spirito di disciplina, di risparmio, di impegno prolungato nel
tempo e di attesa paziente dei risultati. Sviluppa il sentimento del tempo,
percepito nella sua ciclicità (si pensi ai cicli delle stagioni che si ampliano
nei cicli zodiacali e cosmici sino a giungere alla concezione platonica del
“Grande anno”). La pratica agricola spinge gli uomini appunto a venerare
le grandi divinità terrestri “dall’ampio seno” e a cogliere la mistica affinità
tra la donna e la terra, all’insegna del comune possesso della magica forza
della fecondità. L’osservazione dei ritmi della natura infonde fiducia all’uo-
mo riguardo al suo destino ultraterreno. La pianta che appassisce e rifiori- Anno
12 Cfr. N. D’Anna, La disciplina del silenzio, Rimini, 1995. IV
13 Cfr. P. Filippani-Ronconi, Miti e misteri dell’India, Roma, 1981. -
14 Cfr. M. Eliade, Trattato di Storia delle Religioni, Torino, 1976. n.
10
SILVÆ 89