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Cibo degli Dei e cultura degli uomini



            della Madonna, un’eresia rispetto ai Vangeli (così parchi di riconosci-
            menti nei confronti della Madre del Salvatore), e la devozione dei Santi  FOCUS
            una restaurazione sostanziale dell’antico politeismo nel sentimento
            devozionale ingenuo delle masse. La critica si accentua in alcune fran-
            ge estreme del protestantesimo americano che in nome del monotei-
            smo biblico criticano lo stesso mistero supremo del cristianesimo euro-
            peo: la Santa Trinità (la cui adorazione accomuna cattolici, ortodossi e
            riformati) come un cedimento alle Triadi divine del paganesimo egizio,
            della misteriosofia neoplatonica, dei politeismi indoeuropei incentrati
            sul culto delle divinità delle “tre funzioni”.
               Nel Ventesimo secolo è stata soprattutto la psicologia a recuperare
            immagini e temi della antica mitologia, nella convinzione che tali idea-
            zioni corrispondessero a contenuti profondi della psiche. Sigmund
            Freud – accusato a torto da rozzi antisemiti di essere il propalatore di
            una concezione “semita” dell’anima – fu un profondo frequentatore
            della mitologia greca: il tema della castrazione e del conflitto tra padre
            e figlio maschio così centrale nella sua psicologia sembrano essere un
            riverbero degli antichi miti su Urano che uccide i figli, su Saturno che
            castra il padre, su Zeus che si afferma a sua volta sul padre e cerca di
            impedire la nascita dai suoi stessi lombi di un sovrano universale più
            giovane. Per Freud, Eros e Thanatos sono le due forze fondamentali
            dell’inconscio: ancora una volta un riferimento – non solo semantico –
            all’universo mitologico greco. Con Carl Gustav Jung il riferimento alle
            mitologie si fa più insistito e consapevole: le mitologie esprimono l’in-
            conscio collettivo e in particolare le mitologie mediterranee esprimono
            l’animus specifico dell’uomo europeo, che affonda le sue radici di
            civiltà nella cultura inaugurata da Omero alle soglie del Medio Evo elle-
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            nico . Per il discepolo di Jung, James Hillman, ostentatamente pagano,
            gli Dei riprendono quasi realtà come forme eterne della interiorità, e
            viene considerato fonte di malattia psichica il loro oblio, il disconosci-
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            mento della loro peculiare esistenza .
               Paradossalmente, proprio nel momento in cui la cultura più sofisti-
            cata d’Occidente riscopre il valore profondo dei miti antichi, l’istruzio-
            ne smette di trasmettere alle generazioni più giovani la conoscenza
            della antica mitologia, pur così importante per comprendere la nostra       Anno
            arte, la nostra letteratura, gli stessi riferimenti dei filosofi e degli psico-  IV


            3 Cfr C.G. Jung, La libido: simboli e trasformazioni (1912), edito in Italia da Newton Compton  -
            4 Cfr. J. HIllman, La vana fuga dagli Dei, Milano, 1991                     n.

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