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Cibo degli Dei e cultura degli uomini



            damentale della teologia greca: il cielo e la terra, per quanto distanti,
            sono due emisferi di una primordiale totalità. Gli Dei celesti e gli uomi-  FOCUS
            ni figli della terra sono diversi per potenza, per felicità, per durata, ma
            scaturiscono entrambi da uno stesso conato cosmico. Alla vita immor-
            tale degli Dei contribuisce pertanto un alimento non del tutto dissimi-
            le da quello che può trovarsi sulla terra: l’ambrosia, il cibo o anche a
            volte la bevanda ricavata dal miele. Karoly Kerenyi nel suo monumen-
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            tale trattato su Dioniso ha documentato il fatto che le bevande a base
            di miele, ancor prima di quelle a base di vino fossero usate come
            sostanze psicoattive, capaci cioè di favorire stati alterati di coscienza nel
            corso di cerimonie a carattere sciamanico. Kerenyi individuava a Creta
            il culto di una Grande Divinità, simboleggiata da un’ape. Ma d’altra
            parte l’uso di sostanze sacre mielate si riconduce anche al retroterra
            indoeuropeo: in epoche più recenti i Germani precristiani conosceva-
            no l’“idromele”, bevanda sacra mielata, connessa alle cerimonie del
            culto e ai rituali di magia.
               La dolcezza del miele, ma anche la sua lucentezza così simile a quel-
            la del Sole e dell’oro dovette contribuire alla sua identificazione come
            cibo degli Dei. Peraltro il miele si riconduce alla industriosità delle api e
            nello stesso tempo alla tecnica umana dell’apicoltura: la produzione del
            miele è dunque una tappa della civilizzazione umana. L’invenzione della
            apicoltura viene attribuita a un dio appartenente alla sfera apollinea: Ari-
            steo; e sempre vicino alla sfera di Apollo, il dio della luce e della cono-
            scenza superiore, ci appare Dedalo, il mitico artefice che con la cera (un
            altro elemento connesso all’attività delle api) forgiò le ali per tentare il
            primo volo umano. Al contrario, il latte non evoca significati connessi
            alla industriosità e alla civilizzazione, ma si collega al tema delle origini,
            alla felice età dell’oro, nella quale gli uomini vivevano come pastori, in
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            una natura ancora incantata, in intima comunione con gli Dei .

            3. Le offerte del sacrificio.
               La teologia mitica dei Greci – in maniera assai simile a quella degli Indù
            – teorizza una progressiva separazione del mondo divino da quello umano:
            nel passaggio dall’età dell’oro (di piena comunione tra Dei e uomini) a
            quella dell’argento (di armoniosa vicinanza), a quella del bronzo (in cui gli  Anno


            7 Cfr K. Kerenyi, Dioniso, Archetipo della vita indistruttibile, Milano, 1992  IV
            8 Sulla problematica della vicinanza e del successivo distacco tra Dei e uomini, cfr. R. Calasso, Le  -
               nozze di Cadmo e Armonia, Milano, 1988.                                  n.

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