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Sicurezza alimentare: approvvigionamento e sostenibilità delle produzioni vegetali



               2002) e questo ha permesso di sostenere da un punto di vista ali-
        FOCUS mentare, il forte aumento della popolazione che si è registrato in que-
               gli anni e ha diminuito considerevolmente il numero di persone sot-
               toalimentate. Va comunque riportato che le tecnologie della rivolu-
               zione verde non sono state efficacemente applicate e/o non hanno
               avuto successo ovunque. Negli ultimi decenni ci sono stati, infatti,
               pochi progressi effettivi nella produzione alimentare delle popolazio-
               ni che vivono nelle zone tropicali aride e semiaride, con particolare
               accentuazione per il continente Africano. (Azam-Ali and Massawe,
               2003). Ove applicate, e ove hanno avuto successo, le tecnologie della
               rivoluzione verde hanno comunque comportato, come effetto secon-
               dario e indesiderato, anche l’avvio di problematiche, che rappresenta-
               no e rappresenteranno punti critici della sostenibilità futura delle pro-
               duzioni agricole. In particolare:
                  - Negli ultimi decenni, per massimizzare la produzione, si è fatto affi-
               damento sulle specie e sui sistemi colturali più uniformi, ovverosia
               meno biodiversi e meno complessi di quelli che li avevano preceduti (es.
               monocoltura al posto di produzione intercalare e silvicoltura), e sostitu-
               zione di specie indigene con specie a diffusione mondiale più apprezza-
               te dal mercato. Si è quindi notevolmente accentuato la tendenza alla
               diminuzione dei genotipi vegetali coltivati. Meno di 20 specie coprono
               attualmente il 90% della produzione alimentare globale, e in particolare
               tre specie: mais, riso e frumento (quelle della rivoluzione verde), forni-
               scono oltre il 60% dell’energia ricavata dalle piante e presente nella dieta
               degli esseri umani (Collins and Hawtin, 1999). Questo comporta una
               maggiore fragilità, a livello planetario della produzione agricola, che è
               più vulnerabile sia verso i patogeni (in epidemiologia si sa che il nume-
               ro delle malattie e l’incidenza delle stesse aumenta proporzionalmente
               alla disponibilità dell’ospite vegetale sensibile), sia verso i cambiamenti
               climatici, e più dipendente da input chimici conseguenti della monocol-
               tura. L’utilizzo di colture alternative, l’avvicendamento e le consociazio-
               ni colturali, potranno essere di aiuto in questo settore.
                  - Tra il 1960 e il 1995, l’uso dei fertilizzanti azotati è aumentato di
               circa 7 volte, ma contemporaneamente ne è diminuita l’efficienza di
               utilizzo (Tilman et al, 2002), poiché per sostenere la crescente produ-
               zione di cereali è stato ed è necessario aumentare la quantità di azoto
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               che le piante assorbono, ma questo può avvenire solo se si aumenta
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               molto di più la disponibilità del nutriente nel terreno. Come risultato, si
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