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Fame nel mondo e opzione OGM



            evidenti conseguenze negative sulla libertà di molte nazioni e sulla
            autonomia dei contadini. Volendo anche ammettere la necessità di un      FOCUS
            forte incremento produttivo, ricordiamo la giusta puntualizzazione di
            Ivan Virgin, ricercatore presso lo Stockholm Environmental Institute
            svedese, secondo il quale c’è ancora molto spazio per aumentare le rese
            fino all’80%, anche senza ricorrere agli OGM, cioè usando ancora il
            miglioramento genetico classico, dotato di tecniche ormai molto avan-
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            zate, come già osservato . Tra l’altro questo risultato può essere con-
            seguito anche con il contributo di tecnologie a sostegno delle colture,
            come, ad esempio, l’applicazione della semina di precisione che, grazie
            all’uso di GPS, permette di ridurre fino al 20% l’impiego di sementi e
            fertilizzanti, tagliando costi e fabbisogni energetici, ma anche renden-
            do meno pesante l’impatto ambientale. Piuttosto è necessario ricon-
            vertire, almeno in parte, il tipo di agricoltura esistente in molte aree
            della Terra, mettendo al primo posto i bisogni delle popolazioni che
            vivono lì. La complessità dei sistemi agricoli richiede risposte comples-
            se e priorità di intervento ben precise. Leggiamo ora quanto ha dichia-
            rato pochi anni fa Francesco Salamini, ex-direttore dell’Istituto Max
            Plank per le biotecnologie e grande sponsor delle piante transgeniche:
            “Gli OGM non sono la risposta al problema della fame nel mondo. Dal
            punto di vista scientifico possono essere una della tante opzioni, ma la
            fame dipende da altre condizioni che esulano dalla scienza: guerre, poli-
            tiche di assistenza allo sviluppo, educazione. Sono queste le cose su cui
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            bisogna intervenire in Africa prima di pensare a un cibo diverso” . Ma
            proseguiamo con un’altra ammissione significativa. Di recente la mul-
            tinazionale biotech Syngenta ha riconosciuto che gli OGM non risol-
            vono il problema delle fame nel mondo, almeno nell’immediato. A
            contraddire la propaganda sui molteplici benefici delle piante transge-
            niche è Martin Taylor, presidente della Syngenta e già membro del
            Consiglio per la Scienza e la Tecnologia del governo britannico. La
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            notizia è stata diffusa dal quotidiano The Guardian del 27/6/08 , che
            ha riportato le dichiarazioni rilasciate dal manager a Londra, durante
            una conferenza sull’agricoltura. Taylor ha ammesso, infatti, che le indu-
            strie, finora, hanno dovuto puntare alla commercializzazione di un pac-     Anno



            16 intervista a I. Virgin, Provare per chiedere – La crisi alimentare nel mondo, Nova Ora , 3/7/08, p. 4  IV
            17 Salamini F.: dichiarazione contenuta nell’articolo La chiesa apre agli OGM, Famiglia Cristiana,
               23/11/03                                                                 -
            18 vedi: http://www.guardian.co.uk/environment/2008/jun/27/gmcrops.food     n.

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