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Imparare dalla catastrofe. Riflessioni sul senso odierno del male e della prevenzione ambientale



               guenza essi possono anche evitarli modificando la propria condotta. Il
               principio del male non è in un ipotetico «altrove», ma nell’uomo libero,
               perfezionato e corrotto. L’origine del male è interamente umana:
               «Uomo, non cercare più l’autore del male, quell’autore sei tu stesso.
               Non esiste altro male oltre a quello che tu ti fai e che tu soffri, e l’uno
               e l’altro vengono da te», ribatte L’Emilio. Rousseau demistifica la meta-
               fisica rivelandoci il suo fondamento antropologico: l’ordine si costitui-
               sce sempre a spese delle vittime e il meccanismo vittimista altro non è
               che un fenomeno collettivo tramite il quale far pace con se stessi.
                  Se è innegabile che Rousseau apre la strada della modernità, solle-
               vando Dio dalla responsabilità del male e posandola sulle spalle degli
               uomini, privando la nozione di male metafisico e fisico di ogni senso,
               altrettanto fa Voltaire, benché preferisca guardare in faccia la contin-
               genza degli eventi senza abbandonarsi alle finte consolazioni delle spie-
               gazioni razionali, rinunciando alla possibilità che gli eventi s’integrino
               tra loro all’interno d’una concatenazione di cause ed effetti. Voltaire,
               tanto nel Poème quanto nel Candide, capì bene che nonostante ogni
               passo della vita umana obbedisca al principio di ragione sufficiente
               leibniziano, in base al quale c’è sempre un motivo perché le cose avven-
               gono in un determinato modo e non altrimenti, l’integrazione dei vari
               momenti non è ordinata secondo precise ragioni. Nel Candide Voltaire
               confuta come velleitario ogni tentativo di risalire, attraverso una con-
               nessione infinita, al piano divino, piano dell’armonia universale in cui
               anche il più tragico evento acquista senso. Perciò sostiene che sulla
               terra c’è del male e del bene ma nessun filosofo ha mai potuto spiega-
               re l’origine del male morale e del male fisico, perché il libro della sorte
               si chiude al nostro sguardo. Voltaire accetta la nostra ignoranza e guar-
               da negli occhi la crudele contingenza della sorte.
                  Tornando ai giorni nostri, le similitudini tra il caso specifico della
               Thailandia e le teodicee moderne, sono apparse evidenti agli occhi di
               molti; il commento allo tsunami asiatico avuto in Francia, ha ripreso
               nella sostanza quanto detto a suo tempo da Rousseau. Il modello di
               crescita basato sullo sviluppo sfrenato del turismo ha contribuito a
               distruggere la natura, a causa dell’urbanizzazione a oltranza delle coste,
               la deforestazione, mali che ci sono familiari e che molti autoctoni
               hanno percepito al pari di una vendetta della natura e un avvertimento
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               divino. Se le barriere coralline e le mangrovie costiere non fossero state
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               impietosamente distrutte dall’urbanizzazione, dall’acquacoltura e dal
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