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Fame nel mondo e opzione OGM



            nutrire gli animali, analogamente il Sud America e l’Asia hanno enormi
            estensioni di terreni coltivate a soia per produrre mangimi. In America  FOCUS
            Latina il 20% degli agricoltori sono proprietari dell’80% delle terre col-
            tivabili, mentre il restante 20% di terra è lavorata dai contadini che
            detengono piccole estensioni. Si può affermare che, in genere, i grandi
            proprietari terrieri esportano i loro raccolti per alimentare i bovini degli
            allevamenti europei, a fronte del fatto che i piccoli agricoltori sosten-
            gono il peso più rilevante nel fornire alimenti ad uso umano (ad es., il
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            50% delle patate, il 60% del mais, il 70% dei fagioli) . Con tutta evi-
            denza esiste una situazione anomala, sbilanciata, che deriva dalla impo-
            sizione di un certo tipo di modello alimentare occidentale, dannoso per la
            salute (eccessivo consumo di carne) e socialmente ingiusto. Anche la
            diffusione crescente delle monocolture, legata al tipo di produzione
            sopra descritto, ha contribuito e contribuisce molto all’impoverimento
            della biodiversità e provoca danni sul piano alimentare. Per altro si trat-
            ta di un problema le cui origini risalgono nel tempo, dato che la diffu-
            sione delle monoculture è iniziata in epoca coloniale e poi è stata incre-
            mentata dalla stessa Rivoluzione Verde. Vediamo ora l’altro aspetto del
            problema “fame nel mondo”: quello legato all’incremento demografi-
            co, che, da decenni, viene ritenuto continuo, elevato ed inarrestabile,
            anch’esso usato strumentalmente per dimostrare la necessità di aumen-
            tare drasticamente la produzione di derrate in tempi brevi per nutrire
            popolazioni sempre più numerose. Negli ultimi anni le previsioni cata-
            strofiche sono state smentite dal Department of Economics and Social
            Affairs – Population Division dell’ONU, ma anche da demografi attenti ai
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            cambiamenti, come Wolfgang Lutz , anche se molti, assai poco aggior-
            nati, continuano a ripetere i vecchi allarmi sulla incombente “bomba
            demografica” un mito del recente passato, rivelatosi falso. Il nuovo sce-
            nario è il seguente: il mondo conta oggi 6,3 miliardi di persone e il
            numero è destinato a crescere fino a 8,9 miliardi nell’anno 2050, e non
            fino agli 11 miliardi, stimati in precedenza. Addirittura, dopo 25 anni,
            nel 2075 la popolazione dovrebbe diminuire di mezzo miliardo di per-
            sone. Quindi, dopo una riduzione di crescita ci potrebbe essere un


            4 Monastra, G. and Rossi L. 2003 - Transgenic Foods as a Tool for Malnutrition Elimination and Their Impact  Anno
               on Agricultural Systems., Biology Forum, 96: pp. 363-384. Su questo tema e sull’ingegneria genetica in
               generale segnaliamo l’ottimo libro di Mariano Bizzarri, Quel gene di troppo. L’incognita OGM e il rischi
               sostenibile, Editori Riuniti, Roma, 2008.                                IV
            5 Population Division of U.N. 2002-2003: http://www.un.org/esa/population/unpop.htm e Lutz W.,  -
               Sanderson W . and Scherbov S. 2001 – The End of World Population Growth, Nature, 412: pp. 543-5  n.

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