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Fame nel mondo e opzione OGM
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di danneggino veramente i popoli dei paesi in via di sviluppo . Vedia-
mo adesso le vere cause recenti della crisi alimentare mondiale. La FOCUS
prima consiste nella conversione di molte colture di soia e mais a fonte
di biocarburanti (biodiesel), con riduzione quindi della disponibilità per
uso alimentare. Negli Stati Uniti, a seguito degli incentivi statali agli
agricoltori, circa un terzo del mais prodotto annualmente viene indiriz-
zato verso la produzione di carburante “verde”, ritenuto da molti un
successo della tecnologia sostenibile, mentre proprio in ambito scienti-
fico si comincia a contestarne sia la convenienza economica, sia quella
ambientale. A tale proposito potremmo ricordare che, per sostituire
solo il 10% del consumo di benzina e gasolio, gli USA dovrebbero con-
vertire il 43% delle coltivazioni alimentari in produzione di bioetanolo,
con effetti disastrosi sui prezzi delle derrate. L’alternativa sarebbe il
disboscamento per ottenere nuovi terreni da adibire a colture per la
produzione di biocarburanti, con un aumento notevole dell’emissione
di gas serra, dato che – come è ben noto - le foreste assorbono questo
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gas . Considerato questo indirizzo strategico della politica USA, non
meraviglierà sapere che il prezzo del mais sia legato a quello del petro-
lio, variando in relazione alle quotazioni dell’oro nero. Si tratta di un
vero e proprio delitto, un’aggressione cinica e spietata, in nome del
profitto, contro molti popoli del pianeta e il loro diritto alla vita. Il
secondo elemento è costituito dal forte aumento del consumo di carni
(specie in Cina e India) che espande gli allevamenti, incrementando
l’uso di mangimi. Ancora va ricordata, come concausa delle crisi delle
derrate, la crescita dei costi del gasolio (in aprile +19,3% rispetto allo
stesso mese del 2007) e dei fertilizzanti. Infine dobbiamo evidenziare
la presenza di torbidi fenomeni speculativi, il cui impatto sull’anda-
mento dei prezzi è stato stimato intorno al 30%. Infatti i fondi di inve-
stimento, in fuga dalle azioni e dai mercati immobiliari, stanno spo-
standosi verso il settore delle derrate alimentari, dove intendono rea-
lizzare grandi profitti, indipendentemente dalle ricadute sociali. Di
2 Malagoli C., Etica dell’alimentazione, Aracne editrice, Roma 2006, pp.254-8
3 Righelato R. and Spracklen D.V. 2007 - Carbon Mitigation by Biofuels or by Saving and Restoring Forests?,
Science, 317: p. 902. Un altro recente studio ha dimostrato che i combustibili derivati dal mais sta-
tunitense, dalla soia brasiliana e dall’olio di palma della Malesia, potrebbero avere un impatto ambien- Anno
tale più dannoso di quello dei combustibili fossili. I biocombustibili derivati dai prodotti residuali,
come l’olio da cucina riciclato o l’etanolo ricavato da erba o legname, sono invece decisamente pre-
feribili - Scharlemann J.P.W. and Laurance W.F. 2008 - How Green Are Biofuels?, Science, 319: pp. 43 IV
– 44. Sugli effetti negativi del carburante verde vedi anche: Fargione J., Hill J., Tilman D., Polaskyn -
S., Hawthorne P. 2008 - Land Clearing and the Biofuel Carbon Debt, Science 319: p. 1235 – 1238 n.
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