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Necessità di un approccio globale per valutare gli OGM
tà degli OT non può essere confrontata con precedenti pratiche agricole,
anche abbastanza drastiche, volte a selezionare piante con caratteri miglio- FOCUS
ri. Per esempio chi tenta di rendere accettabili al pubblico gli OGM nel
loro complesso, compresi quelli del tutto “innaturali”, vuole far credere
che il grano duro Creso - ottenuto nel 1974 dal grano duro Cappelli con
mutazioni indotte da radiazioni e ormai molto diffuso - sia la riprova che
ci alimentiamo da tempo con prodotti dell’ingegneria genetica, senza
alcun problema per la salute o l’ambiente. Affermazioni di tal genere sono
false in quanto nel frumento Cappelli non sono stati inseriti geni estranei,
ma solamente è stato accelerato il normale tasso di mutazione, rispettan-
do così i fondamentali processi naturali. Oggi, nel nostro Paese, questa
strada può essere continuata in modo proficuo, avvalendosi di nuove e più
sofisticate tecnologie che permettono di ottenere risultati precisi e rapidi:
ci riferiamo al breeding by design, che rappresenta una fase estremamente
avanzata ed efficace delle tecniche di incrocio e selezione varietale. Inoltre
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in Italia, risolti alcuni problemi “tecnici”, potrebbero essere sviluppati
anche OGM di tipo intragenico e familigenico, che, essendo “naturali”,
creerebbero molto meno allarme e perplessità sia tra i consumatori, sia nel
mondo della produzione e anche in quello scientifico. Ma ciò richiede una
forte accelerazione nel campo degli studi di sequenziamento genico e di
genomica funzionale nelle piante di interesse agricolo per la nostra nazio-
ne, al fine di identificare geni portatori di caratteri utili da trasferire all’in-
terno dello stesso genoma o tra genomi “vicini”. Non va nascosto, per
altro, che tali ricerche, sotto vari profili, sono molto più impegnative di
quelle condotte sui procarioti. In questa ottica le stesse forti perplessità
nei confronti dell’attuale ingegneria genetica in campo agricolo, assai dif-
fuse tra i consumatori europei, ma anche in una parte degli esperti, in par-
ticolare gli ecologi, lungi dal costituire una forma di “oscurantismo” anti-
scientifico, e quindi di “freno al progresso”, possono svolgere un ruolo
positivo di sprone per andare più avanti. È la strada indicata anche da
Nielsen, con l’obiettivo di comprendere meglio l’effetto esercitato dalla
posizione dei geni nel cromosoma, i fenomeni regolatori e le interconnes-
sioni presenti nelle reti biochimiche delle cellule e più in generale degli
organismi, anche al fine di rendere molto più precisa e sicura la tecnolo- .1
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gia del trasferimento genico, oggi ancora in una fase caratterizzata da alcu- oI-n
ne rilevanti incertezze (ad esempio, variabilità del numero di inserti trasfe- n
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