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Necessità di un approccio globale per valutare gli OGM
celano “forti” interessi economici. Occorre quindi fare chiarezza, cercan-
FOCUS do di ricondurre il dibattito nell’ambito di una discussione razionale, basa-
ta sui fatti, all’interno di un approccio al problema delle agrobiotecnolo-
gie che rifugga dai vistosi limiti delle indagini di tipo riduzionista. In
primo luogo vanno separati “produzione” e “consumo” di alimenti gene-
ticamente modificati o contenenti OGM. Nel mercato globale risulta vel-
leitario discutere sulla possibilità o meno di impedire la vendita di tali pro-
dotti: nell’attuale situazione, in assenza di danni comprovati alla salute dei
cittadini, ogni blocco sarebbe impossibile. Piuttosto ci sembra corretta la
soluzione di introdurre una etichettatura trasparente e realistica, median-
te la quale il consumatore informato possa scegliere. Saranno i vari mer-
cati, infatti, a dirci quali prospettive di affermazione possono avere gli
attuali OGM in commercio e quelli in arrivo. Invece il discorso si fa dif-
ferente per la “produzione”, dove andrebbe condotta una analisi
costi/benefici che, però, dovrebbe possedere alcuni requisiti di base per
essere realistica e rispondere a varie esigenze, comprese quelle della comu-
nità nazionale nel suo complesso.
In primo luogo bisogna considerare il contesto economico, ambienta-
le ed agronomico della nazione in cui si intende operare, senza tralasciare
gli aspetti culturali che caratterizzano la popolazione. In altre parole l’ana-
lisi deve essere sistemica e complessiva, cioè olistica, da una parte, e loca-
le, ossia attenta alle specificità del “luogo”, dall’altra.
In secondo luogo è necessario operare una indagine obiettiva circa le
varie alternative capaci di fornire risposte ai problemi da risolvere: non
sempre si è in presenza di una sola soluzione (ad esempio, quella del tran-
sgenico). Infatti in certi casi esistono anche altre possibilità valide: il vero
progresso è una realtà costituita da una pluralità di vie e percorsi diversi,
e non una realtà unitaria e monolitica.
L’alternativa concreta non è tra “Progresso” e oscurantismo, ma tra dif-
ferenti tipologie di progresso, da scegliere in base alle esigenze del conte-
sto particolare di riferimento. Nel momento in cui si decide di dare una
applicazione pratica di una conoscenza derivante dalla ricerca scientifica,
trasferendola al livello tecnologico, bisogna poi considerare aspetti assai
diversi da quelli posti alla base della ricerca. Infatti quest’ultima deve esse-
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re del tutto libera (nei limiti dell’etica), mentre le sue ricadute tecnologiche
vanno meditate e mediate.
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