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La normativa italiana in materia di Organismi Geneticamente Modificati (OGM)
e le Province autonome di Trento e di Bolzano.
Sulla legge sono stati espressi giudizi diversi. Il ministro delle Politiche FOCUS
agricole Gianni Alemanno, vero artefice di provvedimento, ringraziando
tutte le associazioni del mondo agricolo e ambientaliste che lo hanno
sostenuto, ha affermato: «Finalmente ce l’abbiamo fatta».
Questa legge sancisce il principio che la coesistenza è possibile solo
laddove vengano fissati criteri che garantiscano la non contaminazione dei
diversi generi.
Le due filiere (OGM e OGM free) devono essere rigorosamente sepa-
rate, secondo un principio per cui l’esistenza dell’una non può compro-
mettere l’altra. In parole povere non è consentito inquinare, e quindi è
possibile coltivare OGM solo a precise condizioni.
Quali saranno queste condizioni, come dicevamo, dovrà deciderlo un
comitato ad hoc di cui faranno parte alcuni esperti, due nominati da
Alemanno, due dal Ministro dell’Ambiente e quattro designati dalla
Conferenza Stato-Regioni.
È questo il comitato che dovrà fornire alle Regioni le linee guida per
elaborare provvedimenti specifici per regolare la coesistenza entro il 31
dicembre 2005: e vale la pena di ricordare che ben 13 Regioni hanno già
espresso la volontà di non volere gli OGM. È previsto inoltre che le
Regioni e le Province autonome, nel rispetto delle leggi eventualmente già
adottate, individuino nel loro territorio una o più aree omogenee, tenen-
do conto dei principali elementi caratterizzanti ai fini della coesistenza.
Le principali variabili da considerare sono: le caratteristiche produttive
dei territori interessati (in particolare la presenza di produzioni di qualità
regolamentata); le caratteristiche strutturali delle imprese agricole e il loro
grado di frammentazione; le condizioni climatiche, orografiche, pedologi-
che, strutturali, organizzative e logistiche rilevanti ai fini della separazione
tra filiere convenzionali, biologiche e transgeniche; la presenza di attività
finalizzate alla produzione di sementi e di altri materiali di moltiplicazio-
ne non transgenici. Sempre le Regioni e le Province autonome, nell’ambi-
to dei già citati piani di coesistenza, dovranno prevedere strumenti che
assicurino la partecipazione degli Enti territoriali locali, delle organizza-
zioni professionali agricole e delle organizzazioni presenti nel Consiglio .1
nazionale dei consumatori e degli utenti. È inoltre previsto che all’interno oI-n
di queste aree omogenee venga favorito il raggiungimento, su base volon- n
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