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Le risorse forestali e lo sviluppo delle zone montane


            montane dell’Unione sono estremamente diversificate, dal punto di vista
            socioeconomico non ha permesso di affrontare in un ambito integrato le
            tematiche specifiche di valorizzazione del potenziale endogeno di questo
            territorio.
               La politica delle zone montane ha, invece, una lunga e complessa sto-
            ria a livello nazionale.
               Il primo intervento specifico è la legge Fanfani 991/52, caratterizzata
            da un approccio centralistico e assistenzialistico. Si deve attendere la legge
            1102 del 1971 “Nuove norme per lo sviluppo della montagna” per avere
            i primi segnali di uno sviluppo economico delle zone montane a partire
            dalle specifiche condizioni locali. Dal punto di vista applicativo però l’ef-
            ficacia del provvedimento si è limitata all’istituzione di un soggetto locale
            di riferimento, la Comunità Montana, mentre gli strumenti attuativi non
                                                                                17
            hanno avuto uno sviluppo rilevante.
               Con la legge 97 del 1994 “Legge per la montagna” si è tentato di com-
            pletare il processo iniziato con la 1102. Finalità del provvedimento (art. 1)
            è infatti «lo sviluppo globale della montagna mediante valorizzazione della
            qualità ambientale e delle potenzialità endogene». Allo scopo è stato rilan-
            ciato lo strumento del piano di sviluppo socioeconomico da realizzarsi
            attraverso interventi di valorizzazione del patrimonio territoriale monta-
            no. Allo stato attuale tale legge ha avuto interessanti effetti in termini di
            incremento delle informazioni disponibili sul territorio montano, tramite
            la realizzazione del Sistema Informativo per la Montagna (SIM) e l’Atlante
            Statistico del territorio montano dell’ISTAT. Sono state inoltre avviate
            alcune azioni di sviluppo locale “dal basso” tramite i c.d. Patti territoriali,
            basati sullo strumento della programmazione negoziata fra organizzazio-
            ni di categoria e enti locali. Per quanto riguarda invece un’attuazione orga-
            nica dei provvedimenti di politica economica per la realizzazione degli
            obbiettivi di sviluppo previsti, la situazione appare estremamente diversi-
            ficata da regione a regione.


               Gli strumenti finanziari
               A partire dagli ultimi anni i principali strumenti di politica di sviluppo
            rurale, ambientale e forestale hanno riconosciuto l’efficienza di una          .1
            dimensione territoriale e locale dell’intervento. Una disamina di tutti gli    oI-n
            strumenti politici e normativi sarebbe lunga. Ci limiteremo in questa sede     n
                                                                                           n
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