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Le risorse forestali e lo sviluppo delle zone montane
10 A tale proposito è possibile citare alcuni esempi tratti da iniziative di successo osservate nella
montagna italiana:
a) realizzazione di infrastrutture per parchi ed aree giuoco, con relativa stipula di contratti di
manutenzione con gli enti locali responsabili. Tale produzione può essere finalizzata alla
valorizzazione di assortimenti di diametro medio, provenienti da diradamenti o da cure col-
turali di cedui avviati a fustaia (castagno, douglasia ed altre conifere). Per il successo della
produzione è necessaria una particolare attenzione nella progettazione e nel design, non-
ché una conoscenza delle normative e delle procedure di sicurezza.
b) Produzione artigianale di oggetti in legno di piccole dimensioni per la casa. Anche tale atti-
vità consente di valorizzare il materiale di piccole dimensioni, ma di buona qualità tecno-
logica. Per poter competere con la produzione nazionale, le azioni locali debbono basarsi
sul design innovativo, con una reinterpretazione di oggetti e stili che si legano alla tradizio-
ne del territorio.
c) Servizi “contract” di ristrutturazione e arredo di edifici rurali, anche con tecniche di bioar-
chitettura, realizzabili tramite collaborazioni fra imprese diverse (studi architettura, falegna-
merie, imprese specializzate nell’edilizia in legno). Anche in questo caso è importante cura-
re il design e la ricerca stilistica territoriale per poter realizzare offerte del tipo “innovazio-
ne nella tradizione”.
11 Tale impostazione ha riguardato:
- l’arboricoltura da legno;
- le sistemazioni idraulico-forestali;
- i rimboschimenti protettivi e gli interventi di ingegneria naturalistica;
- la pianificazione antincendio;
- il miglioramento della stabilità ecologica delle formazioni forestali.
12 Alcuni esempi di tale impostazione possono essere rappresentati da:
- una associazione degli interventi selvicolturali e di ripulitura degli alvei fluviali e di dece-
spugliamento di cesse parafuoco e scarpate stradali con la produzione di biomassa a scopi
energetici, con la realizzazione sia di biomassa non rifinita (chips), sia di produzioni a più
alto valore aggiunto (bricchette), abbinando a tale attività la gestione di caldaie;
- l’impiego delle produzioni legnose provenienti da avviamento di cedui, da diradamenti e da
altri interventi selvicolturali ad attività artigianali e artistiche in grado di valorizzare legna-
me di piccole dimensioni, in quantità limitate e di caratteristiche qualitative disomogenee;
- la riscoperta di pratiche tradizionali di intervento di protezione dal dissesto idrogeologico
per promuovere tipologie turistiche tematiche specifiche;
- l’abbinamento di interventi di bioingegneria naturalistica ad attività di manutenzione del
verde urbano, con la gestione anche di vivai specializzati.
13 L’esempio più classico dell’applicazione di tali principi al settore forestale è rappresentato
dalla creazione di consorzi di proprietari forestali di sufficienti dimensioni, in modo da poter
attuare una gestione efficiente dal punto di vista sia economico sia ambientale, senza un ecces-
sivo deperimento dei redditi ritraibili. Un altro significativo esempio è rappresentato dalla rea-
A
lizzazione di strutture consortili per lo sviluppo e la promozione di marchi territoriali per la valo-
n
rizzazione delle produzioni artigianali realizzate con materiale di provenienza locale, ottenuto da
n
boschi trattati secondo i più evoluti principi di ecologia forestale. A tal fine è importante garan-
tire alle imprese la continuità dell’approvvigionamento, realizzare forme di collegamento fra le
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