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Le risorse forestali e lo sviluppo delle zone montane


            Per le imprese che operano in tale settore la sola strategia di contenimen-
            to dei costi non potrà mai essere completamente vincente, ma andrà
            affiancata ad una elevata qualità della produzione e del servizio al cliente.
               L’unico orientamento competitivo per quanto riguarda i prodotti tra-
            sformati destinati al consumo finale è rappresentato dalla “flessibilità
            innovativa”. In tali produzioni, infatti, le quantità di legname sono in
            genere ridotte e possono essere anche disomogenee, ferma restando
            comunque la qualità del materiale. Il vantaggio competitivo risiede nella
            forte caratterizzazione del prodotto e nell’ampiezza e differenziazione
            della gamma, che può sfociare anche nel “prodotto custom-made”, fornito
            insieme ad un servizio integrato di progettazione. 10

               Il metodo: dal top-down al bottom-up
               Le politiche di miglioramento e di manutenzione delle risorse forestali
            sono state finora gestite prevalentemente secondo un processo di pianifi-
            cazione top-down. 11
               Come conseguenza a tale impostazione, le strategie attuate sino ad oggi
            hanno condotto ad interventi settoriali che, incentrati sulle risorse foresta-
            li, hanno avuto una scarsa integrazione con altri settori e con altre forme
            d’intervento. Le azioni sono state quasi sempre pianificate da
            Amministrazioni pubbliche, con una partecipazione dei soggetti privati
            (individuali e/o associati) solo in termini di fruizione finale. In tali azioni
            ha prevalso una politica forestale ispirata a strategie difensive, non sempre
            ideali in termini di riduzione del binomio fra tutela ambientale e sviluppo.
               Inoltre, la pianificazione centralizzata della politica forestale ha spesso
            proposto iniziative che, non interpretando le naturali vocazioni locali, non
            ha incontrato un sufficiente consenso e adesione da parte delle collettivi-
            tà locali; è così venuto a mancare un legame più diretto, consapevole e
            partecipato, della popolazione locale con le risorse del territorio montano.
               Per evitare tali effetti, pur non rinunciando ad un importante momen-
            to di pianificazione generale, è fondamentale incentivare iniziative ispira-
            te al modello di sviluppo “autocentrato” e “dal basso”, capaci di unire
            proprietari forestali ed imprese intorno ad uno stesso progetto, rivolto a
            unità locali accorpate (quali bacini imbriferi, foreste, versanti montani,
       A
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       n
            alvei fluviali, ecc.), coerenti dal punto di vista idrogeologico, ecologico e
            paesaggistico, con l’indubbio vantaggio di ottenere risultati ambientali
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