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Le risorse forestali e lo sviluppo delle zone montane
so rapporto tra attività antropiche e impiego delle risorse, con la ricerca di
modelli capaci di “interpretare” questo nuovo equilibrio partendo dalle
specifiche caratteristiche locali.
Un approccio del genere, applicato alle risorse forestali italiane, è desti-
nato ad evidenziare l’estrema eterogeneità di tale patrimonio, dovuta alla
elevata difformità del territorio, delle specie e dei trattamenti selvicoltura-
li, aspetti distintivi ai quali si somma anche una caratterizzazione in termi-
ni di funzione prevalente rispetto al complessivo ruolo polifunzionale.
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Questa eterogeneità rende senza dubbio impossibile l’adozione di
un’unica “ricetta” per la rivitalizzazione di tutte le risorse forestali del
nostro Paese, se non ammettendo interventi fortemente invasivi, scarsa-
mente sostenibili, sia in termini ambientali, sia economici. Ecco, quindi,
che la sostenibilità è accompagnata dalla necessità di promuovere model-
li di sviluppo basati su di un approccio locale, con un’ottica tesa all’impie-
go di fattori di attivazione endogeni. La diversificazione e la flessibilità dei
processi produttivi, nonché l’importanza dei fattori di tradizione e d’inno-
vazione attuabile anche su piccola scala, sembrano adattarsi in modo natu-
rale alle nuove teorie economiche dello sviluppo basate su un approccio
di economia geografica e sui concetti di piccola impresa, di sistema di svi-
luppo locale e di valorizzazione territoriale. In particolare, per lo sviluppo
delle aree montane sembrano adattarsi piuttosto bene i nuovi concetti di
“sviluppo dal basso” e di “sviluppo autocentrato”.
Con il concetto di sviluppo dal basso s’intende la promozione del pro-
cesso di sviluppo da parte di una comunità intesa come insieme di sogget-
ti economici, politici e culturali. Tale principio è formalizzato da Friedman
e Weaver attraverso il concetto dell’“unità d’integrazione territoriale”,
definita come la sovrapposizione e, quindi, la collaborazione fra compo-
nenti sociali, economiche e politiche. Ognuna di queste unità d’integrazio-
ne territoriale esprimerebbe, secondo gli Autori, una propria domanda
d’autonomia nell’intraprendere liberi processi di sviluppo. Lo sviluppo
autocentrato è, invece, un processo di sviluppo fondato sulla valorizzazio-
ne delle risorse interne, attraverso una specializzazione del processo pro-
duttivo volta a realizzare prodotti con una specifica identità territoriale.
Il quadro teorico di tali approcci non è tuttora completamente sistema- .1
tizzato, ma si basa su di un insieme eterogeneo di principi ispiratori che, oI-n
comunque, hanno un punto accertato (Giunti, 1996) nel fatto che ogni n
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